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Politica | 14 febbraio 2018, 09:28

Roberto Mellano: “Amareggiato e deluso, lascio la Lega”

Il responsabile piemontesi degli Enti Locali, ex assessore provinciale e sindaco di Envie, fino ad una ventina di giorni fa in predicato per una candidatura al Parlamento, se ne va sentendosi tradito dal segretario piemontese Riccardo Molinari

Roberto Mellano: “Amareggiato e deluso, lascio la Lega”

Sembrava dovesse essere lui il candidato del Saluzzese a Roma, poco importa se alla Camera o al Senato.

Sei sezioni della Lega: Saluzzo, Valli Po, Infernotto, Varaita, Belbo e Centallo avevano inviato una lettera a fine novembre ai segretari provinciale, nazionale e federale per sostenere la sua candidatura.

Roberto Mellano, classe 1958, sindaco di Envie, ex assessore provinciale all’Agricoltura e referente nazionale degli Enti Locali del partito, era uno dei leghisti della prima ora, tesserato dal 1992, quando Riccardo Molinari e Matteo Salvini portavano ancora i pantaloncini corti.

Fino ad un paio di settimane era in predicato per divenire il portacolori del Carroccio alle elezioni politiche.

Poi, in dirittura d’arrivo, il suo nome è stato cancellato.

Salvini e Molinari gli hanno preferito il giovane Flavio Gastaldi sul collegio uninominale di Cuneo e Giorgio Bergesio nel listino proporzionale per il Senato.

E così, dopo 25 anni, lascia il Carroccio e assicura che tale e tanta è stata la delusione che nulla al mondo potrà farlo tornare sui suoi passi.

“Osavo sperare di essere almeno preso in considerazione per una candidatura alle elezioni del 4 marzo, anche perché – scrive in una lettera indirizzata a Salvini, Molinari e Bergesio - sei sezioni avevano sottoscritto la richiesta della mia candidatura; in alternativa che mi fosse almeno spiegato se potevo essere utile alla Lega in qualche altra futura occasione, dandomi conto della mia inutilità per questa tornata. Ed invece nulla di tutto questo. Sono stato tenuto fuori dai giochi, anzi – annota con rammarico – deliberatamente escluso da ogni dibattito o confronto al riguardo. Il risultato, per dirla in tutta franchezza e senza alcuna presunzione, ha espresso candidature che non mi sembrano avere un profilo neanche lontanamente paragonabile al mio”.

Mellano dà poi l’affondo nei confronti di Riccardo Molinari, la cui corsa alla segreteria piemontese aveva sostenuto contro Gianna Gancia.

Con Bergesio non c’è mai stato feeling ed è dunque a Molinari che rivolge il suo “j’accuse”.

“Mi sento tradito dai vertici della Lega e, quel che è peggio – afferma – è che con me sono stati traditi tutti i militanti (e sono veramente molti) che mi hanno dato fiducia e sostenuto in tutti questi anni, consentendo sempre alla Lega e a me di fare il pieno in ogni tornata elettorale. Per il vero – aggiunge – non so quanto di quello che è avvenuto per quel che riguarda in mio collegio elettorale sia stato portato a tua conoscenza. Per la stima personale che ho sempre nutrito nei tuoi confronti e che vorrei continuare ad avere spero proprio che qualcosa ti sia sfuggito di quanto stava accadendo”.

L’addio di Mellano alla Lega è duro e senza possibilità di appello.

“Ormai è tardi per recriminare – scrive nella parte finale della sua lettera – perché lo smacco subìto è veramente intollerabile, non solo e non tanto per la mia mancata candidatura, ma per i modi in cui è avvenuta la mia esclusione. Chiudo pertanto la mia militanza e ti comunico che d’ora innanzi farò la mia strada, seppur a malincuore e con tanto rimpianto per i bellissimi 25 anni e oltre di militanza nella Lega”.

La prima conseguenza, all’atto pratico, è la chiusura da ieri (martedì 13 febbraio) della sezione della Lega di Barge, di cui Mellano era il mecenate.

“L’ho fatta sistemare a mie spese, così come ho sempre pagato di tasca mia luce e riscaldamento”.

Da martedì la sede è sbarrata perché Mellano si è ripreso le chiavi.

 

 

Giampaolo Testa

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