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Politica | 19 febbraio 2018, 12:39

Flavio Gastaldi (Lega): “Con l’abolizione della legge Fornero più spazio per i giovani”

Il giovane esponente del Carroccio, candidato alla Camera sul collegio uninominale Cuneo-Saluzzo-Savigliano, parla di immigrazione, lavoro e infrastrutture

Flavio Gastaldi

Flavio Gastaldi

- Gastaldi, quali sono, in sintesi, i punti cruciali della sua campagna elettorale?

Sono quelli che la Lega porta avanti coerentemente da molti anni a questa parte senza fantomatiche giravolte a cui ci hanno abituato altri partiti in questi ultimi tempi.Legittima difesa nei confronti di chi entra in casa nostra o nella nostra attività per delinquere e conseguente certezza della pena con un processo più veloce; difesa dell’interesse nazionale con la tutela dell’agricoltura e del “made in Italy” e ridiscussione dei trattati europei; controllo dei confini e lotta all’immigrazione clandestina incontrollata; riportare al centro i piccoli comuni tartassati dalla politica dei tagli e abbassare il costo del lavoro per far ripartire l’economia.

- Lei è, in assoluto, il più giovane protagonista di questa tornata elettorale. Immagino voglia riservare, se eletto, attenzione ai tanti problemi dei suoi coetanei a partire dal lavoro. Che idee ha in proposito?

Assolutamente sì. Troppe volte abbiamo solamente sentito la politica, di ogni schieramento, riempirsi la bocca della parola “giovani”. La coraggiosa scelta della Lega di investire sulla mia candidatura e di altre dieci ragazzi in altre regioni va in questa direzione. Con l’abolizione della legge Fornero ci sarebbe lo sblocco del turn over che permetterebbe la riapertura delle graduatorie in ogni settore, pubblico e privato così da dare respiro al mercato del lavoro. Il superamento del Jobs Act, legge contro i giovani che ha precarizzato definitivamente ogni tipo di contratto, arrivando a considerare occupato una persona che lavora poche ore a settimana semplicemente per alzare le statistiche sbandierate da Renzi in campagna elettorale. E poi le politiche per le famiglie con il graduale abbassamento dell’Iva sui prodotti dell’infanzia e gli asili nido gratuiti per permettere alle giovani coppie di mettere su famiglia senza immergersi nei conti del “ce lo possiamo permettere?".

- La Lega punta molto sul tema dell’immigrazione. Non ritiene che questo possa diventare un alibi per spostare l’attenzione dalle problematiche economiche con cui le famiglie devono quotidianamente fare i conti?

La Lega critica il sistema dell’accoglienza mal gestita dal Governo a partire dalle partenze dalle coste del nord Africa (con cui vanno stabiliti nuovamente accordi bilaterali come facemmo allora con la Libia), passando dalla scarsità di controlli nei CARA (dai quali molti immigrati scappano finendo inevitabilmente nelle mani del racket della criminalità organizzata), per arrivare al business delle cooperative che gestiscono l’accoglienza sui territori che se ne fregano dell’integrazione con i territori di arrivo, il più delle volte senza neanche avvisare i sindaci e cittadini. Non è sicuramente un alibi, ma un problema concreto sentito dai cittadini che frequento ogni giorno. Chi sostiene il contrario è fuori dalla realtà e non ha contatto col territorio.

- La proposta di abolire la legge Fornero, cavallo di battaglia del suo partito, fa certamente presa sull’elettorato, ma economisti ed esperti sembrano concordi nel ritenerla non fattibile. Che cosa ne pensa?

Il superamento della Legge Fornero, come dicevo pocanzi, è inevitabile. Dopo 41 anni di lavoro e inserendo la “quota 100” determinata dalla somma degli anni contributivi e di età, tutti devono avere il diritto di andare in pensione. Già solo per lo sblocco del turn over dei disoccupati prodotti da questa legge si risparmierebbero 3 miliardi, mentre altri introiti deriverebbero dall’abolizione dell’Ape Social. Tutto questo senza dimenticare il taglio delle vergognose pensioni d’oro. C’è chi mette davanti prima la finanza, noi preferiamo che venga prima la dignità delle persone.

- Quale ritiene sia la principale emergenza della provincia di Cuneo con cui il prossimo governo dovrebbe misurarsi?

Questa campagna elettorale la sto passando al mattino tra i mercati della provincia, nel pomeriggio con le aziende del territorio e la sera incontrando i cittadini. Ovunque mi chiedono sostanzialmente tre cose: abbassare il costo del lavoro che vuol dire lasciare denaro in più a disposizione delle aziende per gli investimenti, ma anche per gli stessi dipendenti che tornerebbero a consumare e far girare l’economia; mi chiedono di snellire la burocrazia ed emblematico è stato il caso in valle Grana in cui per l’ampliamento di un capannone ci sono voluti otto mesi di permessi e due effettivi per gli impresari; ultimo ma non per importanza, la viabilità provinciale. Oltre alle grandi incompiute dell’Asti Cuneo, del traforo del Tenda, della tangenziale di Fossano e della ferrovia Cuneo-Nizza, mi è stato chiesto di mettere mano alla viabilità secondaria (di cui nessuno parla) ma che ha la competenza in seno alla Provincia, la quale negli ultimi anni si è vista tagliare drasticamente i fondi per edilizia scolastica e viabilità dal Governo nel nome del “taglio degli enti inutili”. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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