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Attualità | 19 marzo 2018, 09:45

Verzuolo: “Se servono strumenti, anche finanziari, per innovazione e ricollocazione dei lavoratori Burgo, la Regione c’è”

Sono le parole del presidente Sergio Chiamparino. Durante l’intitolazione degli impianti sportivi a Luigi Burgo, non potevano mancare rimandi all’attuale situazione della locale cartiera

Sergio Chiamparino con i rappresentanti sindacali della cartiera Burgo

Sergio Chiamparino con i rappresentanti sindacali della cartiera Burgo

Oggi sentiamo parlare di welfare aziendale ma a Verzuolo, grazie all’opera dell’ingegner Luigi Burgo, ciò avveniva già 100 anni fa”.

Si apre così, con le parole del sindaco Gian Carlo Panero, la disamina sull’attuale situazione della cartiera verzuolese, compiuta durante le celebrazioni per l’intitolazione degli impianti sportivi al fondatore della realtà, Luigi Burgo.

Che si sarebbe toccato anche il “tasto” della crisi legata alla “linea ottava”, era pressoché scontato.

Il primo cittadino, dopo le parole di ringraziamento a quanti mantengono in vita la realtà degli impianti sportivi, si è subito rivolto ai vertici dell’azienda.

Chiediamo alla Burgo un forte impegno industriale, delle scelte coraggiose ed una visione che vada oltre il risanamento attualmente in corso. – ha detto con forza Panero – Chiediamo il rilancio dello stabilimento. Chiediamo investimenti innovativi, riconversione produttiva.

Non possiamo poi non guardare alla capacità di recupero dell’ex area della ‘Cdm’.

Accettiamo la cassa integrazione, ma ci deve poi essere la possibilità successiva di un intervento per espandere l’occupazione.

Il Comune, nel bilancio 2018, ha previsto la creazione di un fondo per l’aiuto ed il sostegno delle aziende che si insediano a Verzuolo.

Verzuolo invecchia, dobbiamo avere la capacità di pensare al futuro, che è nei giovani. Lavoriamo come una comunità civile per una Verzuolo del 2025, con idee, proposte, progetti e risorse in questa direzione”.

Alle parole del sindaco sono poi seguite quelle di Gabriele Rosso, rappresentante sindacale dei lavoratori della Burgo.

L’ingegner Burgo – ha detto – dev’essere il faro che guida le scelte, portatore del valore per noi più importante, quello della responsabilità sociale. Un aspetto che molte volte, oggi, le aziende tendono a dimenticare.

Siamo convinti che questi siano elementi che debbano essere ripresi. Molte famiglie sono in difficoltà, bisogna cercare di dare risposte concrete.

Chiediamo quindi che anche il Gruppo Burgo riprenda quel percorso innovativo e di investimenti per permettere il recupero dell’occupazione, con garanzie a lungo termine per i dipendenti e per il territorio.

L’azienda riprenda il valore di responsabilità sociale di cui Luigi fu precursore e maestro, salvaguardando i posti di lavoro a discapito del vantaggio economico”.

Concetti ripresi anche dal direttore dello stabilimento Burgo, l’ingegner Raffaele Marinucci, che ha voluto sottolineare la modernità della lezione di Luigi Burgo.

Nell’economia aziendale sembra rientrare l’attenzione verso gli obiettivi a lungo termine. – ha detto Marinucci – La responsabilità sociale dell’impresa presuppone il riconoscimento di essere un attore chiave nel contesto in cui opera. Occorre quindi agire in modo socialmente responsabile: ciò significa potenziare il dialogo e la trasparenza, riducendo le esternalità negative e valorizzando quelle positive.

Sono qua oggi (sabato: ndr) anche per riconoscere l’attualità del messaggio di Luigi Burgo”.

Le conclusioni, come voleva la scaletta della mattinata, sono poi state affidati a Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte.

Non possiamo pensare ad una società che vive solo ridistribuendo il reddito. – ha detto il governatore piemontese - Non pensiamo ad una società che vive dando per scontato che ci sia qualcuno che produce.

L’esempio di Luigi Burgo vale come lezione per il futuro. Si deve arrivare ad avere un atto di valenza europea per fare in modo che, di fronte alle necessità di riorganizzazioni aziendali anche radicali, le aziende in qualche modo siano obbligate a proporre un piano che consenta alle persone non più occupate di essere occupate in altre attività.

Bisognerà lavorarci. Ma di fronte a noi vi sono due condizioni: una di comunità, che può consentire di aiutare le parti a trovare soluzioni con interventi esterni. La seconda, invece, che presuppone vi siano sensibilità che consentano di contenere i problemi e cercare di risolverli.

Avere dentro alle aziende rappresentanze sindacali che si sforzano di capire le scelte dell’azienda stessa è prezioso. Se serve un intervento che metta in campo strumenti, anche finanziari, per l’innovazione e la ricollocazione dei lavoratori, noi ci siamo.

La comunità c’è. Serve dunque uno sforzo per una soluzione che non può più tornare ai fasti di Luigi Burgo, ma che può fare della Burgo uno dei punti vitali di Piemonte”.

 

Nicolò Bertola

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