/ Attualità

Attualità | 23 marzo 2018, 11:45

“Servono ponti tra il carcere e la società civile”: il Garante dei detenuti di Saluzzo in Consiglio comunale

Bruna Chiotti illustra all’assise la sua relazione annuale. Uno sguardo a 360 gradi su attività e problematiche interne alla Casa di reclusione

Bruna Chiotti, alla destra del sindaco Mauro Calderoni, relaziona in Consiglio comunale

Bruna Chiotti, alla destra del sindaco Mauro Calderoni, relaziona in Consiglio comunale

Bruna Chiotti, saluzzese con origini mantesi, è il “Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale”.

Donna da tempo attiva nel tessuto del volontariato locale, si occupa delle dinamiche all’interno della casa di reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo. Ieri sera la Chiotti è stata in Consiglio comunale per la relazione annuale.

Di fronte ai consiglieri ha cercato di “approfondire parte di quello che può essere il ruolo del Garante”.

Ciò su cui la Chiotti si è in più punti soffermata è la necessità di creare un “ponte tra il carcere e la società civile. Tra i detenuti – ha detto - c’è la voglia di sapere cosa succede fuori, cosa ne pensa l’opinione pubblica. In carcere c’è una televisione nelle celle ma non c’è riscontro rispetto alle loro problematiche ed alla loro volontà di riscatto, che sta venendo fuori e si è riscontrata”.

“OCCORRE CAMBIARE LA PERCEZIONE ESTERNA DEL CARCERE”

Secondo il Garante è un punto imprescindibile. Da attuare, oltre ai “ponti con l’opinione pubblica”, attraverso anche “proposte, persone, associazioni”: “occorre cambiare la percezione esterna carcere. Il detenuto è una persona con cui bisogna convivere, una volta che torna ad essere cittadino libero, esattamente con i suoi diritti ed i suoi doveri”.

La Chiotti ha voluto anche rimarcare come all’interno della casa circondariale siano state “rilevate professionalità, che bisognerebbe utilizzare meglio, anche come forma di risposta al lavoro”.

159 COLLOQUI

Passo parecchio tempo lì dentro. – ha ammesso il Garante – Nei miei 159 colloqui ho instaurato un rapporto di fiducia con il detenuto. Alle volte scommetto con alcuni di loro, dove la scommessa va vista come un tentativo di responsabilizzare le persone. La pena è giusta, ma tutti chiedono una possibilità, e su questo è difficile dare delle risposte”.

LE INIZIATIVE

Si è parlato di una rubrica, “Camera senza vista”, realizzata in collaborazione con il Corriere di Saluzzo, settimanale locale. “Una molto partecipata. – ha detto il Garante – I detenuti hanno costituito un gruppo redazione, ci si trova ogni 15 giorni, si discute. In carcere gli amici scompaiono, se non si ha una famiglia alle spalle si è soli”.

All’attivo c’è anche la collaborazione con la biblioteca civica saluzzese, mentre si stanno portando avanti, in sinergia con il Comune, misure alternative alla pena per il reato di guida in stato d’ebbrezza alcoolica.

Si tratta di lavori socialmente utili, per “rendersi utili alla società”.

Esattamente come quelli, a titolo gratuito, che vengono svolti dai detenuti, in via sperimentale, presso la Castiglia. “Una scommessa che Comune, Garante ed operatori fanno su alcuni carcerati”.

LE CRITICITA’

Su questo aspetto il Garante non lesina alcune osservazioni.

Se l’Asl predisponesse un sopralluogo nelle cucine avrebbe qualcosa da ridire” ha detto la Chiotti. “Aspetti che non competono a me, ma ognuno dovrebbe fare la propria parte”.

Di “fallimento” il Garante ha parlato quando si è affrontato il tema dei suicidi all’interno del carcere.

Due se ne sono registrati nell’ultimo anno, con un detenuto salvato in tempo, ma attualmente ancora in coma. “Lavorassi lì dentro – le parole di Bruna Chiotti - lo riterrei un fallimento. Non c’è stata la capacità di ascolto. Una di queste persone la conoscevo, l’avevo segnalata, voleva essere trasferito a Palermo per avvicinarsi alla famiglia, con una moglie malata. Richiesta che gli è stata negata: non ha retto”.

“UN MURO DI GOMMA”

La volontà di cambiamento – ha continuato il Garante - sbatte contro un muro di gomma. Dalla rubrica giornalistica i detenuti si aspettavano un riscontro, una critica, una risposta dai lettori che invece non c’è stata. C’è un senso deprimente, perché allora significa che non interessa a nessuno. Sproniamo i detenuti a tenere duro, ma c’è l’esigenza di accompagnamento su cose molto pratiche”.

L’APPREZZAMENTO DEL CONSIGLIO

Unanimemente il Consiglio comunale ha avuto parole di ringraziamento ed apprezzamento per il lavoro svolto dal Garante.

Fiammetta Rosso, maggioranza: “Penso che il lavoro, a tratti amaro e faticoso, renda più degna la vita in carcere e fortifichi la comunità dentro la casa di reclusione”.

Carlo Savio, opposizione: “Il carcere dev’essere sempre più integrato. Chi sbaglia non dev’essere rigettato fuori dalla società. Solo grazie all’istruzione ed al lavoro si evita  una ricaduta nella delinquenza”.

Nicolò Bertola

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium