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Agricoltura | 18 aprile 2018, 17:06

Coldiretti Piemonte: "Dagli accordi di filiera una risposta alla guerra dei dazi"

Tra i prodotti colpiti il sorgo che nella nostra regione viene coltivato su 3000 ettari e da 650 aziende

Coldiretti Piemonte: "Dagli accordi di filiera una risposta alla guerra dei dazi"

La Cina ha deciso di ordinare agli importatori Usa di sorgo il versamento di depositi del 178,6% sul possibile rialzo dei dazi. L’aumento del prezzo mondiale della carne potrebbe essere il primo effetto di tale provvedimento.

Quest’ultimo fa seguito, peraltro, all’annuncio dell’inserimento nella lista dei prodotti americani che verranno colpiti dai dazi cinesi di un altro prodotto base dell’industria mangimistica come la soia che, nelle ultime settimane, ha fatto registrare in Italia ripetuti aumenti delle quotazioni. Il sorgo, diffuso in tutte le province del Piemonte, copre una superficie di circa 3 mila ettari, per una produzione totale di  quasi 80 mila quintali e 650 aziende.

“Una decisione - commentano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale - che può avere ripercussioni sul mercato dei prodotti base per l’alimentazione del bestiame e sui costi dell’allevamento, oltre che sui prezzi di vendita della carne. In questo contesto, i contratti di filiera possono rappresentare una risposta economica importante e in Piemonte ci sono già esempi virtuosi che possono essere ampliati, in sinergia con i Consorzi Agrari.

Come viene utilizzato il sorgo? "Il sorgo, in particolare, coltivato in primo e secondo raccolto, è fonte energetica per l’alimentazione del bestiame e ha un doppio impatto ambientale positivo: da un lato è un’ottima copertura vegetale del terreno e dall’altro necessita di poca acqua essendo in grado di resistere alla siccità, contribuendo così al risparmio idrico. Incentivare tali accordi a livello territoriale, quindi, consentirebbe alle imprese di essere svincolati da meccanismi internazionali e da logiche commerciali che stanno risentendo della guerra dei dazi".   

E concludono Cabiale e Rivarossa: "Continuiamo a monitorare la situazione del commercio mondiale per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario”.

c.s.

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