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Agricoltura | 20 aprile 2018, 18:31

Coldiretti Piemonte: "Accelerare su marchio nazionale per le produzioni biologiche made in Italy"

In Piemonte: 30 mila ettari coltivati con metodo biologico e oltre 2 mila operatori certificati

Immagine di repertorio

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L’Europarlamento ha approvato nuove norme sulla produzione e commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica. Questo significa ora dare il via libera, nel mercato europeo, a prodotti certificati come biologici contaminati da prodotti chimici fitosanitari.

“Il nuovo regolamento – commentano Roberto Cabiale vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto nei Paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati. Inoltre, la possibilità di produrre biologico senza utilizzare il suolo contrasta totalmente con i principi fondamentali che caratterizzano questo metodo di produzione, che non può prescindere dalla terra. Per i prodotti bio registriamo in Piemonte una crescente richiesta e molti acquirenti, anche esteri, ricercano ormai la sicurezza del cibo biologico piemontese. Nella nostra regione, infatti, oltre 30 mila ettari sono ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello internazionale è il vino biologico piemontese che, anche quest’ anno, ha visto un aumento dell’ export, oltre che delle richieste interne.

Sono oltre 2 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori. Per far conoscere e diffondere le eccellenze bio del territorio piemontese  è molto importante l’ attività  messa in atto da Coldiretti che attraverso Terramica, l’associazione dei produttori biologici più grande a livello regionale con oltre 500 soci iscritti, promuove il biologico e le produzioni locali. In questo quadro è necessario – concludono Cabiale e Rivarossa - accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane al fine di consentire scelte di acquisto più consapevoli e garantire la salubrità di quanto i consumatori mettono a tavola, oltre ad evitare inganni”.

c.s.

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