La Festa del 25 aprile, come momento fondante di "Pedagogia civile che dà il senso delle radici, del dove veniamo per capire dove andiamo” la riflessione di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, che ha tenuto l’orazione ufficiale, questa mattina in piazza XX Settembre.
La sua definizione risponde alla grande partecipazione alla cerimonia, di autorità civili e militari, cittadini, associazioni combattentistiche e d’arma, alla condivisione di contenuti, sottolineati nella mattinata da numerosi applausi.
E, trova risposta alla crescente domanda di tanti e, di giovani in particolare, di sapere cosa è il 25 aprile e cosa rappresenta, come ha evidenziato anche il presidente dell’Anpi saluzzese Giorgio Rossi, che ha aperto la terna degli interventi ufficiali, dopo la deposizione della corona di alloro e l’alzabandiera davanti al monumento dei caduti.
Da anni, un 25 aprile molto partecipato a Saluzzo, che non a caso è “una delle città da indicare come esempio a livello nazionale in tema di accoglienza” ha dato merito il presidente della Regione, inquadrando il fenomeno degli stagionali della frutta, gestito grazie a Caritas, amministrazione, associazioni di volontariato e categoria con il superamento delle contraddizioni. “ Io credo che questo sia un effetto di quella Pedagogia civile che ha contributo a diffondere la cultura dell'essere disponibile per l’altro che ha bisogno. Saluzzo esempio di civiltà concreta".
Nel Cuneese una Resistenza diffusa, “una guerra civile e di popolo “ secondo l'analisi del presidente Chiamparino, in nome di quel bisogno di Libertà che è tipica delle realtà contadine: “Mangiare pane e cipolle ma a casa propria” l’efficace frase popolare riportata in dialetto.
In evidenza nel suo intervento, il carattere patriotico della Guerra di Liberazione, ricordando l’effetto cesoia della promulgazione delle leggi razziali del 1938, in un regime reazionario, ma sostenuto dal popolo. “Perché- ha sottolineato- gli ideali di patria non possono essere affermati attraverso la sopraffazione di una comunità come è stato fatto con leggi razziali”.
"La Guerra di Liberazione come momento di grande intelligenza e lungimiranza della politica” per aver superato le diverse visioni di società in nome dell’interesse generale, con l’intelligenza di aver fatto sventolare la sola bandiera del tricolore italiano.
Ricordare il 25 aprile – ha concluso Chiamparino – è occasione di imparare importanti lezioni: "il primato della Libertà, il coraggio di combattere in nome di questo ideale, la contraddizione radicale tra razzismo e ideale di patria e la capacità di porre l’interesse generale al di sopra dell’interesse di parte. Lezioni per il futuro dal sangue che quei giovani hanno versato per noi”.
"Serve una nuova Resistenza contro l’antipolitica – il sindaco Mauro Calderoni nell’intervento che ha chiamato all’assunzione di responsabilità civile - contro nuovi movimenti estremisti in Europa e nel mondo che mirano ad attaccare minoranze e più deboli. Oggi per fortuna non viene richiesto di imbracciare le armi per la difendere la Libertà, ma è richiesto un impegno quotidiano fatto anche di piccoli gesti per contagiare l’intera collettività e riscoprire la politica intesa come partecipazione attiva alla vita delle nostre comunità.
Nei nostri piccoli centri dove è ancora possibile coniugare la pluralità dei punti di vista e il confronto - ha sottolineato il primo cittadino che ha toccato il tema dell’accoglienza e integrazione, sottolineando la mancanza di programmazione della gestione della stessa, sempre in una situazione di emergenza.
"Occorre ripartire dalle comunità, dai bisogni e aspettative puntando sui cardini del nuovo Rinascimento: tutela dell’ambiente, salute, sistema sociale, cultura e integrazione".
La cerimonia, coordinata dall’assessore Andrea Momberto, aperta dall’inno di Mameli suonato del Complesso bandistico Città di Saluzzo, diretto da Aurelio Seimandi, che ha accompagnato con il suo repertorio i vari momenti celebrativi, si è chiusa con il tradizionale pranzo della Libertà alla ex Caserma Musso.