Trento è italiana!

Contro l'adunata nazionale degli Alpini a Trento a 100 anni dalla fine della 1^a guerra mondiale, vi sono state ignobili contestazioni da parte dei seguaci dei Centri sociali, cioè comunisti (quelli che si dice che non ci sono più), degli anarchici insurrezionalisti e dei sudtirolesi austriacanti. Sono i frutti della distruzione della Patria, dell'internazionalismo di sinistra, dell'ignavia nei confronti delle pretese e dell'arroganza dei nazionalisti del Sud-Tirolo, della semina del 1968 da parte del sociologo progressista Alberoni e del terrorista Renato Curcio all'università di Trento.

Pesanti provocazioni (le scritte “Alpini assassini e stupratori”, “Una faccia da fiumi di vino, un cappello da lago di sangue”), sabotaggi a dispositivi che controllano la circolazione ferroviaria, scomparsa dei tricolori esposti e furti di striscioni degli Alpini, occupazione della Facoltà di Sociologia (vecchia dimora dei contestatori).

Trento è per noi italiana, ma purtroppo questa Italia ufficiale, quella che ci fa ritenere i più bravi, i più capaci, i più democratici, ha reagito minimizzando: <<Episodi deprecabili ma ininfluenti sullo spirito che ci anima>>, ha commentato in una nota l'Associazione Nazionale Alpini, <<Quella protesta è di una minoranza rumorosa>> spiegano al quartiere generale degli Alpini, giornalisti parlano solo “ di deficienti mentali”, c'è gente che si limita a compatirli e a definirli dei poveracci. C'è, invece, da immaginarsi cosa sarebbe successo se si fosse trattato di contestatori fascisti o antisemiti.

Sarebbe il caso che l'Anci, l'Associazione dei Piccoli Comuni, i cui associati vantano ovunque un monumento agli Alpini, nonché le Associazioni d'Arma promuovessero un ordine del giorno di condanna di ciò che è accaduto e di affermazione dei valori che gli Alpini tramandano agli Italiani: monito dal passato ed esortazione per il futuro.

Paolo Chiarenza – Fratelli d'Italia - Busca