Mi astengo dal parlare del Tenda: ogni indignazione ed ogni aggettivo sono già stati spesi. A questo punto è possibile ipotizzare una maledizione per la nostra provincia? E’ iniziata con la ferrovia Cuneo - Nizza, inaugurata dopo 35 anni dalla guerra dopo fiumi di parole, di comitati ed un ormai discutibile utilizzo.
I due centri avevano una certa affinità, poi Nizza è diventata una metropoli! Allora si è iniziato ad argomentare di un’autostrada per raggiungerla velocemente. Prima col traforo del Ciriegia; sforacchiato un primo tratto della montagna e… rimasto lì (esiste ancora la SI.TRA.CI. Società Traforo Ciriegia!); poi con quello del Mercantour/Sant’Anna di Vinadio, collegato alla circonvallazione di Demonte/Aisone.
Anche un tunnel basso del Maddalena aveva tenuto banco per un po’, in alternativa a paravalanghe alte, mai realizzate. E il traforo del Monserrato per unire le Statali n. 20 e 21; con 400 metri di tunnel che avrebbero evitato lunghi giri viziosi e parecchio inquinamento oltre a collegarsi con l’autostrada che saliva al Mercantour? Tant’è che la variante per Limone e Tenda, da Roccavione, è tutt’ora predisposta per questo raccordo!
Riunioni e contrasti continui tra gli stessi politici locali e con le popolazioni; spese consistenti per progetti a gogò, sondaggi, ricerche geologiche, piani regolatori modificati etc. Per nulla di nulla; in mezzo secolo!
Per non parlare di rattoppi legati alla parsimonia piemontese: raddoppiato il ponte del Sale sullo Stura con una “chicane” per evitare un viadotto alto e spese più elevate, oppure quello del vetusto ponte di ferro della ferrovia sulla Borgo San Dalmazzo/Boves, riutilizzato per metà.
Mi limito a parlare di due vallate, una piccola porzione di territorio cuneese, senza inoltrarmi verso la pianura in cui il solo capitolo incompiuto con la Cuneo- Asti è l’esempio lampante di una maledizione perdurante. La famosa “zeta rovesciata” per collegarsi con la Torino – Savona (poco utilizzata) è un altro esempio di taccagneria per risparmiare. Ancor grazie accontentarsi di quello che benignamente ci veniva concesso dall’Alto. Zitti e mosca: se no, nemmeno quello ci sarebbe stato riconosciuto!
Mentre noi giocavamo al risparmio, in altra parte d’Italia non si badava a spese con realizzazione talvolta di doppie “bretelle” per collegare lo stesso capoluogo, o si realizzava, in sei anni, l’Autosole. Colpa nostra di cittadini egoisti, sempre pronti a trovare una scusa per evitare che la strada occupasse i nostri terreni? Colpa di una classe politica che nonostante abbia espresso anche dei ministri non ha mai alzato la voce? O non ha mai contato nulla? Colpa della esiguità di una provincia, “granda” nella estensione, ma con la metà di abitanti della sola Torino e pochi voti? Oppure e meglio cercare un esorcista che ci liberi dalla maledizione?
Marco Borgogno - Borgo San Dalmazzo