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Politica | 30 maggio 2018, 10:00

Non passa il referendum sul dormitorio per braccianti a Saluzzo: Calderoni “in profondo imbarazzo”, implode l’opposizione

Respinta la proposta di Domenico Andreis (Lega Nord). Quaglia: “Certi strumenti possono essere molto pericolosi”. Contin: “Un momento di follia”. Farina: “I panni sporchi si lavano in casa”

Stefano Quaglia durante il suo intervento in Consiglio comunale

Stefano Quaglia durante il suo intervento in Consiglio comunale

I saluzzesi non saranno chiamati ad esprimersi, attraverso una consultazione referendaria, sul dormitorio temporaneo per braccianti della frutta che l’Amministrazione comunale sta realizzando all’interno dell’ex Caserma Filippi.

Il Consiglio comunale di ieri sera (martedì) ha respinto l’ordine del giorno proposto da Domenico Andreis (Lega Nord), che chiedeva di indire un referendum in concomitanza con quello della fusione con Castellar.

Ma, se vogliamo, il dato ancor più rilevante è la profonda spaccatura, forse difficilmente sanabile, all’interno della minoranza. Che l’opposizione saluzzese fosse già divisa al suo interno, ormai era risaputo. Ma andiamo con ordine.

Il primo ad intervenire, illustrando l’ordine del giorno, è stato lo stesso Andreis, che dopo essersi detto contrario all’atteggiamento di sindaco e maggioranza, ha esortato ad aprire “un confronto con i cittadini, per far vedere la vicinanza della politica e dell’Amministrazione saluzzese nei confronti delle opinioni della popolazione”.

CALDERONI: MI TROVO IN PROFONDO IMBARAZZO

Mi trovo in profondo imbarazzo – è stata la replica di Mauro Calderoni, sindaco della città – perché come maggioranza abbiamo le stesse preoccupazioni di Andreis, ma non crediamo che il referendum possa risolvere la questione. È inopportuno e fuori tema, perché non abbiamo mai pensato di creare un centro di accoglienza per migranti”.

Calderoni ha poi riportato le statistiche secondo le quali negli anni sia aumentata la superficie di coltivazioni a frutteto, mentre sia diminuito il numero di persone italiane in età lavorativa. “Non ha senso dividersi su questo argomento, su un problema che ogni anno si ripete” dirà il primo cittadino, prima di richiamare tutti ad un senso di grande responsabilità: “Affrontiamo la situazione sperando di trovare una soluzione risolutiva. Il referendum non può non esser visto come un’operazione di pura propaganda senza risvolti concreti. Siamo disposti a valutare anche alternative alla nostra soluzione, ma non ne abbiamo mai viste.

Un domani (rivolto ad Andreis: ndr) governassi tu ti troveresti ad affrontare il problema con le armi che ha il Comune: nessuna. Non è una problematica di competenza comunale, tuttavia spetta a chi governa salvaguardare la dignità umana delle persone, anche a costo di perdere consensi”.

LE REAZIONI

Dall’opposizione non è giunta soddisfazione per l’intervento del sindaco Calderoni. Andreis: “Ascoltiamo cose già dette. Il quesito è: ‘Avete coraggio di chiedere ai saluzzesi cosa ne pensano? Si o no?’ Chi paga le tessa sul territorio deve avere diritto di esprimere la propria opinione”.

Andrea Farina (Progetto Saluzzo): “Nutro perplessità nel merito del progetto. Democrazia è la scelta di popolo, condivido in modo significativo la richiesta di uno strumento democratico”.

Daniela Contin (Forza Italia): “Sono favorevole alla proposta di Andreis. È importante la partecipazione attiva dei cittadini, una priorità sempre e comunque, altrimenti crediamo solo ai referendum che ci fanno piacere”.

LO “STRAPPO” CON STEFANO QUAGLIA

Ad innescare le maggiori reazioni, soprattutto interne all’opposizione, sarà senza ombra di dubbio l’intervento dell’ex sindaco Stefano Quaglia. Le sue parole si sono poste in netta apertura nei confronti della maggioranza, senza tralasciare qualche critica “interna” all’operato del gruppo di minoranza.

Se il sindaco era imbarazzato, io lo sono ancor di più. – ha esordito – Ognuno di noi che ha una connotazione politica deve chiedersi se quando è stato il nostro turno al Governo del Paese sia stato fatto fino in fondo tutto ciò che si sarebbe potuto fare. Siamo di fronte ad un’irresponsabilità di cui pochi si assumono l’onere, ma che va egualmente distribuita.

Sin dal 2000 abbiamo avuto a che fare con i primi segnali di questo problema. Mi suona dunque storto che, aldilà delle attribuzioni di responsabilità politica, non sia mai stato proposto alcunché di alternativo su come governare questo specifico fenomeno. Mi spiace dirlo, ma lo dico in modo convinto: il sindaco ci ha più volte sollecitato, e non c’è un riscontro alternativo rispetto ad una proposta indubbiamente migliorativa”.

Poi le riflessioni sul referendum: “Io sono per una democrazia partecipata e rappresentativa, ma certi strumenti che possono andare ad incidere sulla vita quotidiana sono molto pericolosi da utilizzare. Lo strumento referendario è molto delicato da maneggiare e si poteva richiedere anche solo con una raccolta firme, senza sottoporre il Consiglio comunale a questa richiesta”.

IMPLODE L’OPPOSIZIONE. CONTIN: “MOMENTO DI FOLLIA”. ANDREIS: “STUPIDAGGINI”

Le parole di Quaglia, se da un lato hanno riscosso l’apprezzamento di sindaco e maggioranza, dall’altro, hanno creato non pochi malumori (ammesso che questo sia il termine più appropriato) all’interno del gruppo d’opposizione.

Dissapori espressi prima da Daniela Contin: “Dire che non abbiamo mai dato alternative alla soluzione significa dimenticare cosa abbiamo proposto 9 anni fa, quando il fenomeno è iniziato. Certi problemi o si rivolvono a inizio o non si risolvono più.

Provo sconcerto nel sentire che Quaglia, uomo delle istituzioni da sempre, dica in questo Consiglio che il referendum è uno strumento pericoloso da utilizzare. Significa che a seconda di ciò che può dire l’opinione dei cittadini si può scegliere o meno lo strumento costituzionale. Spero si tratti di un momento di follia”.

Su questo argomento si gioca la campagna elettorale del 2019 alla quale io non parteciperò. Auspico che vada tutto bene, e farò il possibile perché ciò accada, con il mio piccolo contributo. Ma è fenomeno sul quale non si può speculare” le ha fatto eco Quaglia a voce alta, terminando il suo intervento tra gli applausi dell’intero gruppo di maggioranza.

La campanella del presidente del Consiglio comunale Paolo Battisti suona più volte nell’aula, cercando di riportare la calma nel dibattito.

Ma Domenico Andreis non accetta le parole del “collega” Quaglia e torna ad intervenire: “Reputo incomprensibile la richiesta di standing ovation di un consigliere minoranza. La Lega combatte l’immigrazione clandestina da sempre. Paghiamo oggi scelte scellerate del passato. Non è che qui (riferito a Quaglia: ndr) se si parla in modo pacato uno può dire le stupidaggini che vuole. Fa comodo addentrarsi nei meandri, ma io non accetto la storia raccontata dal sindaco”.

IL SINDACO: OLTRE AI TERMINI CI IMPONI ANCHE I METODI?

Dopo aver assistito allo scontro interno all’opposizione, il sindaco Calderoni è ha voluto sottolineare alcuni aspetti, in special modo dopo le ultime affermazioni del leghista Andreis.

Consigliere Andreis – dirà – mi faccia capire. Oltre ai termini ora ci impone anche i metodi? Non siamo liberi di articolare un nostro pensiero? Mi riprende?

Capisco l’entusiasmo del momento politico elettorale, che gonfia le vele. Ma qui o ci assumiamo una grande responsabilità o la buttiamo in caciara. Non finirà con fiori arancio, ma la prima preghiera che faccio è di non parlare di centro d’accoglienza per migranti. Chi non ha i documenti in regola verrà preso in carico da Carabinieri o Polizia locale e sarà portato in Questura.

L’atteggiamento rigido dello scorso anno è stato da tutti definito non replicabile. Sui fondi comunali utilizzati, inoltre, preciso che i 25mila euro stanziati non coprono neanche in toto la spesa dei lavori sul tetto. Finiamola con la storia che le tasse dei saluzzesi finiscono li. È comunque un intervento su un immobile di proprietà comunale.

Vogliamo un’azione forte? Raccogliamo 10mila firme da mandare al Governo. Mettiamo in campo l’entusiasmo dei neoeletti in Parlamento per cambiare le regole del gioco. Dove vanno a dormire queste persone? A Rifreddo, che non c’è neanche un negozio per comprare un chilo di riso?

Rischiamo di farci tutti molto male se continuiamo così, siate più realistici nelle vostre alternative”.

Mi sembra di essere al circo” commenterà Andreis, a microfono spento.

Nelle fasi finali del dibattito vanno ancora annoverati gli interventi del capogruppo di maggioranza Aldo Terrigno (“Il coraggio è assumersi la responsabilità di questo progetto ad un anno dalle elezioni, questo è coraggio. L’azione del dormitorio nell’ex Filippi è voluta, mentre consideriamo pericoloso un referendum”) e di Andrea Farina (“Lasciamo che sia la storia e giudicare i referendum. A Quaglia mi sento solo di dire che i panni sporchi si lavano in casa”).

Poi il voto. La proposta di Andreis viene respinta con i voti contrari della maggioranza. Favorevoli soltanto lo stesso Andreis, Daniela Contin, Dario Miretti (“Nella Filippi accedano solo i lavoratori regolari che servono le aziende di Saluzzo e non del saluzzese. Voto comunque a sostegno”) ed Andrea Farina.

Astenuto Stefano Quaglia.

Nicolò Bertola

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