Politica - 04 giugno 2018, 19:38

Quale futuro per la sanità cuneese? Corrado Bedogni: “L’ospedale unico è la strada da percorrere in senso tecnico”

Al centro della prima riunione della commissione temporanea dedicata tenutasi questa sera (4 giugno), il direttore dell’ASO S.Croce e Carle ha illustrato lo “stato delle cose” e le prospettive future dell’ospedale di Cuneo

Quale futuro per la sanità cuneese? Corrado Bedogni: “L’ospedale unico è la strada da percorrere in senso tecnico”

Quale futuro per la sanità cuneese? Corrado Bedogni: “L’ospedale unico è la strada da percorrere”

Al centro della prima riunione della commissione temporanea dedicata tenutasi questa sera (4 giugno), il direttore dell’ASO S.Croce e Carle ha illustrato lo “stato delle cose” e le prospettive future dell’ospedale di Cuneo

“A livello provinciale il S.Croce è l’ospedale più attivo senza alcun dubbio: nel 2017 sono stati effettuati 32800 ricoveri, 75mila accessi al Pronto Soccorso e 22700 interventi chirurgici - ha detto il dottor Bedogni - . Si tratta di una struttura DEA di secondo livello di alta specialità a servizio di tutta l’area sovranazionale, che funge da centro di riferimento regionale per le patologie oncologiche, è punto nascita di secondo livello e HUB importante per la Medicina di Laboratorio e Trasfusionale. La struttura, insomma, ha un’alta complessità, con il S.Croce che accoglie 510 posti letto e il Carle 170.”

“Nonostante tutto, problemi ce ne sono. Importanti le criticità date dalla presenza di due presidi: con l’aumentare della complessità delle patologie nei pazienti più anziani, aumenta la necessità e la dispersione di risorse. Pazienti e operatori lamentano quindi frammentazione dei percorsi di cura, scarsa accessibilità, difficoltà di orientamento, disagi dati dai trasferimenti e scarsità di senso di appartenenza. Le stesse criticità sono state rilevate anche dalla direzione dell’azienda.”

I trasferimenti sono stati indicati come una delle due fonte di disagio principale: “Nel solo 2017 sono stati trasferiti più di 11mila pazienti, di cui più della metà barellati, e percorsi 56mila chilometri totali per un costo di 200mila euro. La stessa struttura ha inoltre un assetto che ha favorito lo sviluppo interno di percorsi complessi su più piani e attraverso aree non del tutto omogenee tra loro.”

Negli ultimi 5 anni l’azienda ha visto la spesa di 16 milioni di fondi statali e 4 milioni di propri, più una media di 700mila euro l’anno di manutenzione straordinaria e 2 milioni di euro l’anno di ordinaria. “Nei prossimi sei anni è prevista una spesa di 40 milioni di euro per l’adeguazione dell’esistente. L’azienda del futuro sarà accessibile, orientata alla gestione dei percorsi di cura, con alta tecnologia integrata e piattaforme produttive, predisposta all’erogazione di assistenza per intensità di cura e multidisciplinare, flessibile, umanizzata ed energicamente sostenibile.”

“Dal mio punto di vista, tecnico, in proiezione futura che guarda al decennio, un ospedale unico in un’unica sede è la strada da percorrere, - ha concluso Bedogni - con 650 posti letto per uno spazio di circa 90mila metri quadrati, in un sito di dimensioni variabili dai 90mila ai 180mila metri quadrati.”

Molto diretta la posizione di Beppe Lauria (ripresa in alcuni punti dall’intervento di Ugo Sturlese, che ha domandato sull’impatto urbanistico della creazione del nuovo ospedale): “Mi sembra di capire che la necessità di un ospedale unico non sia propriamente del territorio, ma più della struttura. Quanto costerebbe il nuovo ospedale, rispetto agli interventi previsti?”

“La conclusione a cui sono arrivato io, invece, - ha sottolineato Luca Pellegrino nel suo intervento, favorevole alla relazione del dottor Bedogni come i colleghi Garavagno e Demichelis - è che la necessità sia di entrambi gli attori, la struttura e il territorio.”

Anche Germana Avena, sindaco di Roccavione, ha preso parte alla commissione in rappresentanza del territorio: “Noi cuneesi siamo molto orgogliosi del nostro ospedale ma dobbiamo aprire gli occhi davanti alle criticità: la struttura non è eccellente e dovrebbe esserlo. Non dobbiamo essere troppo parsimoniosi nel guardare allo stato della sanità locale.”

Marco Frigerio, sindaco di Pietraporzio, si è schierato a sostegno dell’intervento di Avena in un’arringa molto dura: “Il tema dell’ospedale di Cuneo non è soltanto di Cuneo, ma di tutto il territorio fuori dalle sue mura. Ed è bene che, finalmente, l’amministrazione comunale se ne stia rendendo conto: stabilita dalla commissione la necessità di un nuovo ospedale, necessità che è di 500mila persone, bisognerà fare i relativi ragionamenti.”

La conclusione del tutto a Corrado Bedogni. “Questa sera ho voluto portare dati oggettivi, un parere da tecnico: sarà la commissione a decidere cosa farne. In generale il costo di un nuovo ospedale va dai 180 ai 200 milioni di euro, per un periodo di lavorazione che parte dai dieci anni: attualmente, comunque, l’azienda non ha ancora fatto alcun ragionamento sulla possibile locazione, scelta che non le compete direttamente.

Simone Giraudi

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