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In Breve

| 09 giugno 2018, 15:00

Buon cambiamento a tutti! - Man of the Year

Il "Governo del cambiamento": una sfida che - se l'Italia fosse un posto in cui la memoria servisse davvero - sarebbe meglio non perdere

Buon cambiamento a tutti! - Man of the Year

“Man of the Year - L’uomo dell’anno” è un film del 2006 di produzione americana scritto e diretto da Barry Levinson, a partire da un suo stesso soggetto.

Tom Dobbs è un popolarissimo comico che, durante un confronto pubblico(vinto con ironia) con un candidato alle elezioni politiche si trova a riscuotere un grande successo di pubblico; niente di particolare se non che 8 milioni di mail spingono il proprio agente a convincerlo a candidarsi proprio a quelle elezioni. Dobbs trionferà grazie a una brillante partecipazione a un dibattito trilaterale, ma dalla nomina in avanti per lui le cose cominceranno a prendere una piega insostenibile.

E finalmente ce l’abbiamo fatta. A fare il nuovo governo, intendo: lo so che la notizia è già della settimana scorsa, ma l’ufficialità vera e propria è arrivata (nella pratica) solo venerdì con l’apertura del G7, quindi siate buoni, clementi e magnanimi con me.

Il nuovo governo, dicevo. Il “Governo del cambiamento”, nome che gli stessi suoi membri e sostenitori gli hanno affibiato sottoscrivendo sin da subito una scommessa bella grossa e piena di possibili variabili che - se l’Italia e il mondo fossero due posti in cui la memoria servisse davvero - farebbero meglio a non perdere. 

Sarò sincero con voi, dieci lettori: non apprezzo la maggior parte delle cose, nella bozza di programma che Lega e MoVimento5Stelle avevano pubblicato alcune settimane addietro (in quella grande rissa da bar che è stato il post-4 marzo), non mi riconosco in nessuna delle due forze attualmente al governo e in molte delle primissime dichiarazioni dei suoi Ministri. 

Al di là delle considerazioni personali è vero però che l’ampia sensazione di attesa che caratterizza l’opinione pubblica in generale rispetto al Governo del cambiamento non è sbagliata: giudicare senza fatti è logicamente sbagliato. 

Comunque sia la parabola delle due forze politiche attualmente a capo del paese mi hanno ricordato, negli ultimi anni e in qualche aspetto, quella del protagonista di “Man of the Year”. L’atteggiamento di Dobbs (chiaramente caustico, essendo lui un comico satirico) è quello sperimentato negli anni all’opposizione sia da Lega che da MoVimento5Stelle, chiaramente colpevole (tra gli altri fattori) dell’esacerbarsi esagerato degli animi e della trasformazione della normale vita politica in uno stato di agitazione simile a una “guerra civile”.

Insomma, la differenza credo che stia nel fatto che nel 2006 - anno in cui è uscito ed è stato ambientato il film - lo sviluppo e l’utilizzo della rete nella società era diverso da quello di oggi... e sappiamo tutti quanto e cosa questo voglia dire. 

Certo un’opposizione di questo tipo è servita, altrimenti tutta la prima parte di questo pezzo avrebbe meno senso e scopo di quanto in effetti abbia adesso. Ma, c’è un ma. E cioè che nel finale del film (mi spiace ma SPOILER) Dobbs si rende conto che per fare politica serve altro, e che il suo posto è nel suo programma satirico; ecco, non so se augurare o meno al nuovo governo di arrivare ad avere un’esperienza di questo tipo. 

Buon cambiamento a tutti.

s.g.

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