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Politica | 20 giugno 2018, 19:03

Enrico Borghi (Pd): “Chiediamo a Guido Crosetto di chiarire le ragioni delle sue dimissioni”

L’esponente del Partito Democratico evidenzia le divisioni tra 5 Stelle e Lega durante la votazione per il rinvio. Ribadisce la stima personale nei confronti del parlamentare cuneese. “Vogliamo essere certi – afferma – che si tratti di una scelta personale e non vi siano state ingerenze esterne improprie”

Enrico Borghi

Enrico Borghi

“Alla prima votazione slegata da incombenze governative, la maggioranza si è già divisa”.

L’esame delle dimissioni di Guido Crosetto di questa mattina a Montecitorio, dove i 5 Stelle, in occasione della votazione, hanno assunto una posizione diversa rispetto alla Lega, offre il destro al Pd per un attacco politico ala maggioranza giallo-verde.

"Sulle dimissioni di Guido Crosetto – dichiara all’Ansa il deputato piemontese Pd Enrico Borghi, ex Dc come Crosetto - abbiamo assistito alla divaricazione tra i due partner di governo, e al paradosso che il gruppo cui il deputato appartiene, Fratelli d'Italia, ha annunciato il voto contrario alle dimissioni mentre il gruppo del M5S è corso inutilmente in soccorso della destra dando un voto non richiesto che avrebbe messo il silenziatore su una vicenda che merita qualche riflessione. Infatti – prosegue l’esponente Pd – rimangono da chiarire le motivazioni reali delle dimissioni di Crosetto, peraltro da noi stimato nella distinzione che da sempre facciamo tra aspetti personali ed elementi di appartenenza politica. In aula – ha aggiunto Borghi nella discussione - non è stato chiarito se tali dimissioni sono da ascriversi a caso di incompatibilità, o a motivi personali. Nel primo caso devono essere rese note, nel secondo caso l'aula deve essere informata dal parlamentare interessato che deve spiegare le motivazioni che hanno indotto a una scelta di dimissioni che contrasta con il volere del popolo che ha eletto un proprio rappresentante".

Il parlamentare del Partito Democratico ha anche replicato alle considerazioni espresse dai 5 Stelle.

"L'istituto del voto segreto previsto – ha detto - non è una pratica arcaica, come hanno sostenuto impropriamente i colleghi grillini. Esso è volto a tutelare il parlamentare, e quindi le istituzioni democratiche, da eventuali, possibili pressioni ricevute, che potrebbero essere in astratto sia di un partito come di altri soggetti, esterni al Parlamento o addirittura alla nazione. E' per la salvaguardia delle prerogative sancite dall'articolo 67 della Costituzione che noi abbiamo sostenuto la richiesta di rinvio, che consentirà al diretto interessato di chiarire le ragioni di tale decisione e sgombrare il campo da qualsivoglia dubbio".

GpT

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