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Agricoltura | 03 agosto 2018, 07:45

Crosetto (Arproma): "La produzione delle macchine agricole nella "Granda" va bene, ma dobbiamo offrire sempre di più sicurezza e qualità"

Il presidente dell'Associazione, che conta 50 soci ed esporta il 40% del fatturato, traccia un bilancio del settore, chiedendo un confronto continuo con le Istituzioni, i rappresentanti del mondo rurale e gli organi di controllo delle attrezzature

Il presidente dell'Associazione Arproma, Luca Crosetto

Il presidente dell'Associazione Arproma, Luca Crosetto

In un periodo di crisi economica, come quello vissuto negli ultimi anni, il sistema produttivo italiano è stato messo in grave difficoltà. Anche in provincia di Cuneo, seppure il territorio abbia patito di meno i problemi del mercato e, tra gli imprenditori, sia rimasta una discreta volontà di investire.

Ma c’è un settore che nella “Granda”, per la capacità e la lungimiranza degli operatori coinvolti, ha tenuto e si sta riprendendo bene: è quello legato alla progettazione e alla costruzione delle macchine e delle attrezzature destinate all’agricoltura. Una gamma importante di eccellenze: dai mezzi per la preparazione del terreno e la semina a quelli per i vigneti; dagli spandiconcime alle trinciatrici; dagli erpici ai girelli spandivoltafieno; dai decespugliatori agli aratri; dalle rotoimballatrici alle apparecchiature riservate al trasporto delle coltivazioni, alla zootecnia, all’irrigazione e alla raccolta della frutta.

Il rilevante “peso” produttivo della “Granda” la colloca ormai da diverso tempo sul podio italiano come numero di pezzi realizzati e volumi di vendite. E, tenendo conto, che il nostro Paese è secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti, per fatturato, una percentuale importante arriva proprio dalla provincia di Cuneo. A rappresentare gli operatori del comparto della “Granda” e di una parte del Piemonte c’è l’Arproma (Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole), federata con Confartigianato Imprese e nata nel 1992 con l’obiettivo di “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole realizzate dalle aziende italiane”.

I soci medio-piccoli sono 49. Per un fatturato annuo di 150 milioni di euro e un valore dell’export che si attesta attorno al 40%. A cui si aggiunge il “gigante” del settore: la Merlo spa di San Defendente di Cervasca, la cui produzione tocca gli oltre  400 milioni di euro. A guidare l’Associazione, dal 2012, è Luca Crosetto, dal dicembre 2017 anche presidente della Confartigianato provinciale e titolare, con il fratello Giacomo, della “Agrimec” di Marene: ditta del comparto affermata a livello internazionale. Lo incontriamo, accompagnato da Fabio Erba, responsabile della segreteria di Arproma, per tracciare un bilancio della meccanizzazione agricola in provincia di Cuneo.

“I primi sei mesi del 2018 - sottolinea Crosetto - stanno confermando i buoni risultati raggiunti nel 2017. Rispetto ai periodi precedenti, più difficili, si è innescata una positiva inversione di tendenza. Legata a tre fattori fondamentali: la ripresa importante delle esportazioni soprattutto, però, verso Paesi nuovi e lontani; il Programma di Sviluppo Rurale con il quale sono state previste alcune misure a favore dell’ammodernamento dei macchinari agricoli e i finanziamenti del bando Inail sulle attrezzature ritenute più pericolose, a livello operativo, che hanno fatto ripartire gli ordini”.

Su quali fronti si caratterizza la produzione? “La meccanizzazione agricola realizzata nella “Granda” potrebbe essere sufficiente a soddisfare le esigenze dell’intero mondo agricolo provinciale e non solo, perché viene prodotto di tutto e di più. E’ una lavorazione molto diversificata e versatile. Gli imprenditori del settore sanno individuare la macchina giusta per ogni tipo di intervento e di terreno e farei fatica a indicare qualcosa che la caratterizza”.

Cosa sta funzionando bene? “La nostra provincia, sotto certi aspetti è ancora un’isola felice rispetto ad altri territori italiani perché ha potuto e può contare su alcuni vantaggi. Molte delle nostre aziende in questi anni hanno avuto l’opportunità di avere l’appoggio del sistema creditizio: soprattutto da parte delle Banche Cooperative e delle Casse di Risparmio. La Camera di Commercio è rimasta a fianco delle imprese continuando, attraverso i Confidi, a offrire le garanzie necessarie agli operatori per gli investimenti. E poi c’è un sistema virtuoso delle Associazioni di categoria che stanno facendo il possibile per aprire le loro imprese all’internalizzazione, ma, soprattutto, per comprendere quali siano i percorsi dello sviluppo in un arco temporale di almeno 5-6 anni. Nel caso di Arproma, l’obiettivo è quello di capire il cammino futuro del mondo agricolo e, di conseguenza,  accompagnare le nostre aziende in quella direzione”.

Il comparto, però, è costretto a fare i conti con un grande problema. “Stiamo pagando le difficoltà dovute all’insufficienza delle infrastrutture di collegamento stradale: dalla Asti-Cuneo da completare alla tangenziale di Fossano non risistemata; dai disagi costanti del Colle di Tenda a quelli invernali del Colle della Maddalena. Visto che molte produzioni prendono la strada dell’estero, quanti hanno le sede delle loro aziende in questa provincia, subiscono, rispetto alle realtà del Torinese e del Milanese, delle forti penalizzazioni nel trasportare le loro merci ai punti di spedizione”.  

INNOVAZIONE, QUALITA’, SICUREZZA, AMBIENTE, DESIGN

Quanto conta l’innovazione nel vostro settore? “Almeno il 90% del processo produttivo - risponde Crosetto -. Anche nel nostro mondo si è capito che i macchinari realizzati dieci anni fa - e allora erano all’avanguardia - dovevano essere rivisti e riadattati alle richieste emergenti del mercato e degli agricoltori. Mantenendo le stesse finalità pratiche, però attraverso caratteristiche nuove e con l’offerta di sempre maggiori opportunità a livello operativo. Infatti, è determinante produrre attrezzature tecnologicamente più competitive e avanzate rispetto alla concorrenza estera: in particolare quella della Cina e delle nazioni dell’Est europeo. Gli agricoltori sono disposti a spendere un importo superiore se gli diamo una macchina con migliori performance. La qualità rimane il nostro punto di riferimento fondamentale, perché la partita del futuro ce la giochiamo su quel fronte più che sui numeri”.  

Prestando attenzione a quali aspetti? “In questi anni, come Arproma, lavorando in collaborazione con il Cnr-Imamoter, abbiamo puntato molto sulla sicurezza delle macchine agricole. Un nostro cavallo di battaglia. Ma non solo. Stiamo cercando di progettare mezzi che siano sempre meno inquinanti, in quanto l’ambiente va rispettato. Senza dimenticare il design. L’imprenditore Merlo ripete spesso: “Le macchine italiane devono essere belle da vedere al primo impatto”. I nostri standard sui tre fronti sono già alti, però intendiamo potenziarli ulteriormente”.  

IL RAPPORTO CON IL MONDO AGRICOLO

“Una filiera di raccordo con le organizzazioni di categoria agricole - sottolinea Crosetto - esiste, anche se non è attuata attraverso un percorso pratico. Ci sono dei momenti di confronto come alla Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano o a quella della Meccanica Agricola di Saluzzo, durante i quali si cercano di coniugare le esigenze di chi costruisce i mezzi con quelle di quanti li utilizzano. Per capire, insieme, le criticità da superare. Negli anni passati abbiamo intrapreso un’esperienza comune coinvolgendo anche il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spresal) dell’Asl ”.    

LE RICHIESTE ALLE ISTITUZIONI

“Alla Regione Piemonte - conclude Crosetto - chiediamo di far sedere al tavolo di progettazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2021-2027 non solo le organizzazioni agricole, ma tutte quelle di categoria che, sotto vari aspetti, hanno un rapporto di lavoro con il mondo rurale. Come Confartigianato e Confindustria. Solo così si può ottenere un Piano di interventi a 360 gradi. Inoltre, servirà sempre maggiore formazione per i costruttori, gli utilizzatori e quanti si occupano dei controlli sulla sicurezza delle macchine agricole. Anche in questo caso attraverso un confronto continuo, conciliando le esigenze di tutti nel rispetto delle norme che, in gran parte, arriveranno, sempre di più, da disposizioni dell’Unione Europea”.    

Sergio Peirone

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