/ 

In Breve

| 02 settembre 2018, 07:30

Da Fossano al "confine della Terra": quattro chiacchiere con Simone Abrate, innamorato di Finisterre

"Siccome non siamo alberi radicati a terra dobbiamo solo fare il primo passo per riuscire a muoverci verso ciò che si sente più giusto per noi stessi"

Simone Abrate

Simone Abrate

- Raccontaci, Simone: come sei arrivato da Fossano al "confine della Terra"?

Nel 2015 ho deciso di intraprendere una parte del cammino di Santiago con un grande amico, senza sapere di cosa si trattasse, ma con molta curiosità a riguardo. Avevo sentito parlare del cammino già alcuni anni prima ma mai cosi’ tanto mi aveva chiamato. Dopo questa prima esperienza ed in seguito ad alcune forze superiori il primo luglio 2016 ho cominciato a camminare da Lisbona. Dopo 26 giorni di “soledad compartida” sono arrivato a Finisterre, ed ho deciso di fermarmi un paio di giorni in più per riposare prima di ripartire con l’intenzione di ritornare a Santiago de Compostela camminando. In realtà non ho mai lasciato Finisterre fino al giorno del volo di ritorno a casa. Da quel momento non ho passato un giorno senza pensare a come tornare.

Dieci mesi dopo, il 12 giugno del 2017, sono ritornato con l’idea di fermarmi fino a settembre ma... mi sono completamente innamorato di questo piccolo paesello ed i tutti i suoi pregi e difetti. Un anno ed un paio di mesi dopo sono ancora qua, senza la minima idea di muovermi, almeno per ora.

- Di cosa ti occupi a Finisterre?

Qui a Finisterre lavoro in un albergue de peregrinos chiamato Albergue la Espiral (il quale mi ospitò durante il mio soggiorno prolungato da pellegrino nel 2016). Chiamarlo albergue è diminutivo. A noi piace definirlo un piccolo albergue formato da una grande famiglia internazionale. Proprio così perche’ nel cammino non c’è differenza, c’è semplicemente la curiosità di conoscere ed imparare da esse stesse.

All’interno dell’albergue mi occupo di un po' di tutto, dalle colazioni al mattino, alle pulizie ed alle accoglienze; dai massaggi, ai pranzi ed alle cene. Ho una datrice di lavoro che vedo come una sorella maggiore sempre pronta ad aiutare chiunque in qualsiasi situazione. In due parole stupendamente limpida. Vivo in una casa splendida quasi in spiaggia, con vista su albe e tramonti emozionanti.

- Finisterre è un luogo evocativo, che la mente ricollega al misticismo e al pericolo della natura selvaggia. Come lo descriveresti, tu che ci vivi?

Finisterre è il paese delle contraddizioni. Emozionante e straziante, nuvoloso ed assolato, lento e caotico, paradiso ed inferno. Per molti una calamita che trasformandosi a volte in una calamità sceglie ogni suo singolo componente scrupolosamente.

Si alternano prevalentemente due stagioni. L’estate con temperature alte e vento fresco, con l’entusiasmo coinvolgente dei pellegrini, un continuo cambio di energia che distrugge fisicamente ma che nutre spirito, mente e cuore come nient’altro. L’inverno con temperature accettabili ma con un’umidità pazzesca e con una pioggia costante accompagnata dal vento che dura mesi senza dar tregua, tanto da entrarti dentro fino a farti dimenticare il calore del sole. Tutto questo mi ha fatto perdere assolutamente la testa per questa terra, perché senza contraddizione non c’è confronto e senza confronto esiste solo il pensiero unificato.

Sono stato abituato per troppo tempo a seguire una logica prestabilita senza chiedermi il perché di tutto quel meccanicismo sempre uguale. La nostra società sta andando a rotoli a causa di tutto questo invasamento di menti. Siccome non siamo alberi radicati a terra dobbiamo solo fare il primo passo per riuscire a muoverci verso ciò che si sente più giusto per noi stessi.

- Ogni quanto torni in Granda? Pensi mai a come sarebbe la tua vita se fossi rimasto?

Sono tornato a casa per festeggiare il natale l’ultima volta. A parte ciò, grazie al basso costo dei voli, un salto ogni sei mesi mi sembra doveroso, soprattutto per poter ringraziare faccia a faccia i miei genitori che mi hanno reso libero di poter scegliere del mio futuro personalmente.

Raramente penso a cosa avrei potuto fare se non mi fossi spostato, preferisco invece ringraziare ogni giorno per cio’ che ricevo.

- Cosa ti manca della tua Fossano?

Chiaramente sento la mancanza del contatto quotidiano con famiglia ed amici ma anche i persi pien, il caffe espresso, la neve, un buon nebbiolo…

s.g.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium