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Agricoltura | 02 ottobre 2018, 09:02

A Pollenzo si è discusso delle sfide legate all'innovazione e alla competitività nell'agroalimentare (FOTO)

Durante il convegno, organizzato dalla Fondazione Crc del presidente Genta, è stata illustrata la ricerca sul settore e sono stati presentati i percorsi di investimento dell'Ente di origine bancaria (oltre 3 milioni di euro) per aiutare gli imprenditori del settore. Sono intervenuti nel dibattito Petrini, Moncalvo, Bergesio e Chiamparino

Carlo Petrini con il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta

Carlo Petrini con il presidente della Fondazione Crc Giandomenico Genta

Oltre 300 persone, tra autorità, operatori del settore e cittadini, hanno partecipato nel “tempio” dei saperi alimentari - l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - al convegno “Agroalimentare 4.0. Le sfide dell’innovazione e della competitività di uno dei settori strategici per la provincia di Cuneo e per l’Italia”.

Protagonista e organizzatrice del convegno la Fondazione Crc, che ha proposto l’approfondito studio sulla “Granda” dedicato al tema (il Quaderno 35), condotto in collaborazione con il Crea e illustrato al pubblico dalle ricercatrici Patrizia Borsotto e Anna Vagnozzi. Nell’introduzione dei lavori il presidente della Fondazione Crc, Giandomenico Genta, ha ricordato che il 43% della produzione del settore in Piemonte lo fa registrare la provincia di Cuneo e ben il 51% viene esportato. Nel solo mondo agricolo l’export della “Granda” arriva addirittura al 78% rispetto a quanto immesso sul mercato straniero dall’intero territorio regionale. Numeri importanti, frutto del lavoro di 19.000 aziende,  che hanno indotto l’Ente di origine bancaria a finanziare il settore con oltre 3 milioni di euro distribuiti su tre assi di lavoro riuniti nel percorso Programma Agroalimentare 4.0: il progetto Smaq. Strategie di marketing per l’agroalimentare di qualità; il progetto Fruttijob e lo studio delle interazioni della cimice asiatica nei vigneti piemontesi.

“La nostra provincia - ha detto Genta - è ricca di professionalità e imprenditorialità. Ma le grandi sfide globali che abbiamo davanti richiedono il supporto necessario per affrontarle nel modo migliore. Di conseguenza abbiamo previsto un grande investimento, con l’obiettivo di fornire al comparto gli strumenti per sviluppare ulteriormente qualità e competitività. Creando, nel contempo, un rapporto sempre di più trasparente con il consumatore. Vorremmo formare tanti giovani che vadano nelle aziende e, attraverso l’innovazione, aiutino gli imprenditori a superare le difficoltà del mercato”.  

Dopo i saluti del consigliere provinciale Luca Paschiero, e del presidente della Camera di Commercio, Ferruccio Dardanello (“E’ necessario l’inizio di una nuova strategia in cui agricoltura e agroalimentare trovino un punto d’incontro nella tante cose che sanno realizzare”), si è avviata la discussione moderata dal responsabile del Tgr Piemonte, Tarcisio Mazzeo.  

PETRINI: “IL COSTO DEL LAVORO E I BORGHI SENZA ANIMA”

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha subito smorzato l’entusiasmo evidenziando un paio di punti critici del settore. “Ci sono tante piccole aziende - ha affermato - che non possono sostenere il costo del lavoro. Un dipendente il cui guadagno è di 1100 euro al mese, costa 32.000 euro all’anno. Una situazione insostenibile. E allora le imprese ne fanno a meno oppure, quando la conduzione non è a livello famigliare, purtroppo, a volte, si ricorre al lavoro in nero. E’ un sistema che non può più reggere”.

Il secondo punto toccato da Petrini è stato la desertificazione dei borghi: “Non si può pensare di vendere il proprio prodotto nel mondo se perde terreno a casa sua. In tanti nostri piccoli territori non esistono più le comunità. Non ci sono più le botteghe e le osterie, le chiese restano chiuse perché mancano i parroci. Un tempo i borghi erano vivi, adesso stanno diventando luoghi dormitorio. Ormai si è abituati a pensare che innovazione significhi solo smanettare sul computer. Invece innovazione vuol dire anche creare in quei luoghi negozi multifunzionali, che vendano i prodotti del territorio,  diano il servizio postale, abbiano quattro tavoli per riunire le persone e magari la chiave per aprire la chiesa. E che vengano gestiti da giovani contenti di fare quel lavoro. I borghi senza una comunità viva, senza persone felici che si incontrano non hanno più un’anima. E’ un tessuto sociale totalmente da ricostruire e rigenerare, perché non basta più produrre eccellenze e qualità”.  

MONCALVO: “BASTANO REGOLE CHIARE”

Il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha ricordato che anche grazie all’azione dell’organismo degli agricoltori che rappresenta negli ultimi anni sono state ottenute dalla politica leggi importanti capaci di produrre un benefico effetto moltiplicatore. “A volte - ha detto - bastano regole chiare,  a costo zero per lo Stato, che consentano al settore di innovare. Come, ad esempio, la possibilità data alle aziende agricole di sviluppare altre attività collaterali. La vendita diretta dei prodotti ha generato un valore di 6 miliardi di euro: il 25% del Pil agricolo. Il circuito di Campagna Amica ha creato 1200 mercati, con un fatturato di 4 miliardi di euro, In Italia abbiamo il record europeo di 55mila aziende giovani, di cui il 70% lavora proprio grazie alla multifunzionalità. L’introduzione dell’etichettatura ha portato vantaggi enormi. Ma servono regole anche per i prodotti importati, altrimenti per le nostre imprese diventa impossibile competere con chi, negli altri Paesi, non ha gli stessi controlli. Su questo aspetto dobbiamo dare certezze e un futuro alle nuove generazioni”.  

BERGESIO: “CONDIVIDERE I PROGETTI”  

A rappresentare il ministro Gian Marco Centinaio, impegnato su altri fronti, è andato a Pollenzo il senatore cuneese Giorgio Bergesio, componente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama. “In questi mesi - ha sottolineato - abbiamo iniziato un lavoro importante. La Legge sull’agricoltura sociale è in discussione. Proprio per favorire le piccole aziende stiamo portando avanti il percorso di valorizzazione dei prodotti attraverso un marchio locale. Chi trasforma nel proprio laboratorio deve essere facilitato. Unire il Ministero delle Politiche Agricole a quello del Turismo è stato difficile, ma sta portando risultati positivi sul fronte della promozione complessiva dei territori. Se c’è condivisione dei progetti si possono fare cose importanti e farle bene”.  

CHIAMPARINO: “RIDURRE IL CUNEO FISCALE”

Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha chiuso la serie degli interventi, spiegando alcuni progetti concreti attivati dall’Ente che governa per favorire la competitività. “Come hanno detto le ricercatrici del Crea - ha esordito - per innovare non serve per forza un’idea nuova, ma occorre un’idea anche non nuova capace, però, di portare risultati. Su questo bisogna lavorare”.

Poi ha proseguito: “Come Regione, dopo alcune difficoltà, siamo riusciti a far partire il progetto della banda ultralarga nei Comuni più marginali, perché non si può più pensare all’insediamento di attività gestite dai giovani senza dotarle dei necessari strumenti informatici. Entro Natale approveremo il Testo unico sull’agricoltura che metterà insieme le norme di decenni fornendo certezze chiare agli imprenditori del settore. Sui borghi sono d’accordo: attraverso nuove botteghe bisogna creare dei meccanismi di attrattività per le persone. La tracciabilità dei prodotti è la strada maestra, ma deve dare risposte non solo di ordine economico ed organizzativo, ma soprattutto sociale. In questo senso vanno bene gli accordi di interscambio con altri Paesi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di dire no a quelle colture non prodotte in Italia con l’impiego dei bambini di 10 anni”.

Infine, sul costo del lavoro ha lanciato una stoccata al Governo: “Prima di portare avanti altre misure bisognerebbe concentrare tutte le risorse sulla riduzione del cuneo fiscale. Altrimenti la nostra economia si avviterà su se stessa”.

Attraverso il convegno e, soprattutto, l’investimento della Fondazione Crc, il settore agroalimentare della provincia è tornato ad avere quella centralità che merita. Non solo a parole.  

Sergio Peirone

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