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Politica | 14 ottobre 2018, 08:30

Una scelta per la vita

In preparazione una proposta di iniziativa popolare a sostegno delle madri e della maternità.

Una scelta per la vita

In una piazza San Pietro gremita di fedeli, nell’udienza generale del 10 ottobre u.s., Papa Francesco torna a parlare di aborto e lo fa senza mezzi termini ponendo una domanda, “Io vi domando: è giusto ‘fare fuori’ una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto ‘fare fuori’ un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema”.

Il rifiuto della vita nasce dalla paura, di qualsiasi natura essa sia. Sul treno della vita ho conosciuto persone che questa scelta l’hanno fatta e ne portano ancora i segni. Per altre amiche l’aborto è stato spontaneo ma le lacrime quando se ne parla scendono ancora, a dimostrazione del fatto che quella ferità è ancora aperta. Ricordo ancora quella telefonata quando lavoravo in Asl: era una donna che mi chiese di prenotare una visita ginecologica per interrompere la gravidanza; rimasi impietrita e, non sapendo come procedere, le chiesi semplicemente se fosse sicura di quella scelta, ma il suo “si” secco mi gelò e ogni seguito di conversazione divenne inutile. Anche se sono passati diversi anni, quel tono di voce così duro e senza alcun segno di ripensamento risuona nella mente. Chissà quel cuore in che stato è! Un attimo per abortire e non basta una vita per riprendersi da quel trauma, con tante domande irrisolte: “Oggi avrebbe quell’età, chissà se mi somigliava, chissà quale strada avrebbe intrapreso…”

Per natura, noi donne siamo moltiplicatrici di vita. Se penso alla mia nascita, mi fu detto che, avendo seguito un metodo contraccettivo naturale, non ero prevista per quel tempo, ma solo qualche anno dopo; anche se ormai di lune ne sono passate, so di essere nata nel tempo esatto voluto da Dio, perché così Egli aveva prestabilito fin dall’eternità. Programmare è opera del “regista” che dirige la scena e non degli “attori”.

Pensando ad un universo parallelo, in una dimensione del tutto surreale, se tutte le donne esistenti fin dall’inizio dei tempi avessero decisero di abortire, il pianeta Terra sarebbe disabitato da un bel pezzo; questo sarebbe un dato evidente, non ci sarebbe più vita umana! Secondo uno studio pubblicato su Lancet, autorevole e prestigiosa rivista scientifica di ambito medico, si registrò che tra il 2010 e il 2014 sarebbero stati circa 56 milioni i casi di interruzione di gravidanza ogni anno nel mondo. Un pezzo di umanità non c’è più e non si può più tornare indietro. Di fronte a questo numero enorme si nascondono vite umane non nate, con doni, talenti, progetti che avrebbero arricchito il mondo di colori… invece, secondo un piano ben studiato assolutamente ideologico, si è insinuato il falso “diritto” della donna all’aborto e i sostenitori si riempiono la bocca di libertà d’espressione e di democrazia.

“Ma quello che hanno fatto con noi è degno di una dittatura”, così Chiara Chiessi, attivista pro-life, dichiara relativamente a quanto è accaduto all’Università La Sapienza di Roma pochi giorni fa. “Siamo stati circondati da più di una ventina di studenti che si sono avvicinati al tavolino e hanno cominciato a strappare volantini, opuscoli e sperperare le vivande che avevamo portato per condividerle con gli altri. Siamo stati insultati, minacciati, ci hanno detto bestemmie e offese molto gravi”. Eppure l’articolo 19 della Costituzione Italiana così recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Questo è un diritto costituzionalmente garantito, un diritto di quelli veri!

Abortire ormai è diventato semplice: un farmaco da banco senza più bisogno di prescrizione medica e il problema si risolve, ma da quel momento ne sorge un altro; convivere con quella scelta per il resto della vita cambiandone la direzione! E intanto le multinazionali farmaceutiche esultano per gli enormi profitti!

L’accoglienza dell’altro, infatti, è una sfida all’individualismo. Pensiamo, ad esempio, a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. Altro passaggio del discorso di Papa Francesco nella piazza di San Pietro. Noi in famiglia non sapevamo che Luca avesse problemi alla nascita; lo si è scoperto solo dopo, ma anche se si fosse saputo prima, la scelta abortiva non sarebbe stata tra le opzioni: prima di lui un aborto spontaneo e dopo di lui altre tre vite hanno fatto capolino nella nostra famiglia. Evviva per chi decide per la vita senza se e senza ma. Difficile? Sì, tutti i giorni, ma l’individualismo è calpestato e stravince l’amore fatto di sacrifici, difficoltà, ma di grande crescita umana per accogliere l’altro.

Il Popolo della Famiglia a breve scenderà in campo con una proposta di iniziativa popolare per presentare in Parlamento un progetto di legge sul reddito di maternità: mille euro al mese alle madri che decidessero di stare a casa per accudire i figli. Iniziativa economica certamente praticabile, ma occorrono cinquantamila firme sul territorio nazionale per rendere reale tutto questo, in modo da sferrare un bel colpo alla denatalità italiana e all’aborto.

Lieta per questa notizia pro-life. Quando si firma?

Raffaella Petrarulo

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C.S.

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