Attualità - 30 novembre 2018, 16:30

Posti letto per lungodegenti: "Pochi e nessuno a Bra, la Regione riveda il suo piano"

In Consiglio voto unanime sulla mozione Pd che chiede a Torino di riconsiderare la futura dotazione di continuità assistenziale a disposizione dell'Asl Cn2. La consigliera Milazzo: "Corto circuito politico? Nel nostro partito non vige il pensiero unico"

Cento posti letto per l'intera Asl e nessuno a Bra, lamenta il documento approvato dal Consiglio

Cento posti letto per l'intera Asl e nessuno a Bra, lamenta il documento approvato dal Consiglio

In discussione ad Alba questa sera, è già stata affrontata e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale riunitosi a Bra mercoledì la mozione con la quale i gruppi del Partito Democratico delle due cittadine hanno voluto accendere i riflettori sulla problematica delle lungodegenze a servizio del territorio, e in particolare sull’insufficienza e sulla rivedibile distribuzione dei circa 100 posti letto “Cavs” che la Regione ha assegnato al territorio dell'Asl Cn2.

Il tema è quello della cosiddetta "Continuità assistenziale a valenza sanitaria", i posti letto riservati a quei pazienti che, come si legge nel documento presentato all’assemblea braidese dalla consigliera Maria Milazzo, “dopo le dimissioni ospedaliere necessitano di un prolungamento dell’intervento assistenziale ospedaliero con trattamenti sanitari in sorveglianza continua”. Un'opportunità di ricovero per “malati, soprattutto anziani e non autosufficienti, affetti da forme morbose croniche, che necessitano di trattamenti riabilitativi (…) per ottenere un miglioramento della condizione di malattia o impedirne il peggioramento”.

Finora, nell’ambito dell’Asl Cn2, tale possibilità è stata assicurata da due strutture riabilitative in particolare, il Centro di Riabilitazione "Ferrero" di Alba e l’ospedale di Canale, rispettivamente con 40 e 18 posti-letto Cavs, oltre che da alcune Rsa sparse sul territorio. Una dotazione destinata a crescere di qualche sparuta unità nella nuova mappa disegnata dall’Assessorato torinese, con altri 40 posti assegnati alla struttura privata-convenzionata albese e altrettanti che, una volta operativo, troverebbero invece sede nel nuovo ospedale di Verduno.

Una distribuzione troppo orientata al privato e che penalizzerebbe in modo particolare Bra, è il senso della protesta ora fatta propria dall’assemblea cittadina, che ha approvato il documento all'unanimità dopo alcune modifiche ed emendamenti condivisi tra i consiglieri. Lo stesso impegna ora la Giunta a sollecitare l’Assessorato regionale alla Sanità e l'Asl Cn2 affinché rivedano l'assegnazione dei posti Cavs sul territorio prevedendone alcuni anche a Bra, a partire dalla struttura della costituenda Casa della salute.

In prima linea nel seguire l’evoluzione della vicenda ci sarà ovviamente la stessa consigliera Maria Milazzo, che al nostro giornale ribadisce la specificità braidese del documento condiviso con Alba: "La prima problematica è quella riguardante il numero dei posti disponibili. Sarà vero, come risposto dall’assessore regionale Saitta, che attualmente la lista d’attesa per le lungodegenze sul territorio è ridotta a 15 persone, ma col progressivo invecchiamento della popolazione e l’incremento delle cronicità tale fabbisogno è destinato ad aumentare fatalmente. Poi c’è il tema della distribuzione, di questi posti, che continua a vedere Bra e le sue famiglie fortemente penalizzati".

A chi, dai banchi della minoranza, ha criticato la mozione che il gruppo Pd ha diretto al governo regionale di centrosinistra, parlando in questo senso di "corto circuito" politico, Milazzo replica poi che "fortunatamente nel nostro partito non vige il pensiero unico. L’assessore regionale e i suoi tecnici prendono decisioni sulle quali il territorio ha il diritto e il dovere di sollecitare riflessioni e approfondimenti".

Ezio Massucco

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