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Politica | 01 dicembre 2018, 07:39

#controcorrente: sull’Asti-Cuneo il Governo del cambiamento sta cambiando ciò che non doveva cambiare

Dopo la manifestazione dello scorso 16 novembre, da parte degli amministratori locali e dei rappresentanti di categoria davanti alla Prefettura del capoluogo per chiedere la conclusione dei lavori, da Roma non sono arrivate risposte. Ma la soluzione c’è. E allora vogliamo che l’opera diventi una cattedrale nel deserto?

La manifestazione a favore dell'Asti-Cuneo dello scorso 16 novembre davanti alla Prefettura del capoluogo

La manifestazione a favore dell'Asti-Cuneo dello scorso 16 novembre davanti alla Prefettura del capoluogo

Lo scorso 16 novembre, ben centocinquanta amministratori locali, tra cui molti sindaci, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e quello della Provincia, Federico Borgna, con i rappresentanti delle associazioni di categoria, hanno manifestato davanti alla Prefettura del capoluogo per chiedere il completamento dell’Asti-Cuneo. Nove chilometri di tracciato tra Cherasco e Alba che attendono di essere terminati dal 2012.

Il precedente Governo di centrosinistra aveva individuato una soluzione per procedere rapidamente. L’attuale Governo Lega-5 Stelle l’ha bloccata. E non sta dando risposte su cosa voglia fare. Come ha sottolineato il presidente Chiamparino davanti alla Prefettura: “Ho mandato una lettera il 5 giugno al ministro Toninelli e un’altra a inizio ottobre al premier Conte per chiedere notizie sull’Asti-Cuneo e su altre opere. Neanche un usciere si è fatto vivo. Lo trovo grave nel merito e perché manca il rispetto delle Istituzioni”.

Sempre il 16 novembre la dichiarazione del presidente Borgna è stata sulla stessa lunghezza d’onda: “Oggi non manifestiamo contro qualcosa, ma per qualcosa. Le perdite del nostro sistema provinciale, produttivo e non solo, in tutti questi anni di nulla sono diventate insopportabili. Chiediamo al ministro delle Infrastrutture che dia seguito a quanto aveva annunciato quasi due mesi fa: cioè che l’intenzione del Governo era quella di completare l’autostrada. Non possiamo più aspettare altro tempo”.

Questa volta la politica locale si è fatta sentire, picchiando i pugni sul tavolo. Ma evidentemente non basta in quanto dal 16 novembre l’esecutivo del cambiamento Lega-5 Stelle non si è degnato della pur minima risposta.

Come possono gli amministratori del territorio governare e programmare se non sono ascoltati? Come possono le categorie produttive portare avanti il loro lavoro quando non vengono messe in condizioni di farlo nelle condizioni migliori?

L’Asti-Cuneo interrotta nelle campagne di Cherasco è il simbolo di un Governo del cambiamento che sta cambiando ciò che non doveva cambiare, in quanto c’era già una soluzione per terminare i lavori costruita con fatica in precedenza. Vogliamo lasciare l’autostrada come è ora in modo da farla diventare un’altra cattedrale nel deserto? Sono nove chilometri di tracciato, non un’opera nuova sulla quale si possono effettuare le valutazioni di utilità o meno. E, comunque, i cittadini cuneesi, albesi e astigiani ne attendono il completamento.

Viene da dire: altroché Governo del popolo. Pare il Governo che voglia solo sotterrare tutto il lavoro fatto da quelli precedenti.      

#controcorrente

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