Politica - 03 dicembre 2018, 11:03

Tornano all’esame della Camera le dimissioni di Guido Crosetto

“Ho ribadito più volte di voler lasciare, nonostante – spiega il deputato di Fratelli d’Italia - le tante pressioni ricevute per rimanere”. E sulla sua ipotizzata candidatura alla Presidenza della Regione smentisce con determinazione: “Cirio, prima di dare la disponibilità, mi ha correttamente chiesto ed io gli ho detto di andare avanti. Quindi l’ipotesi mia non esiste”

Tornano all’esame della Camera le dimissioni di Guido Crosetto

Forse entro la fine dell’anno si saprà se Guido Crosetto lascerà davvero Montecitorio, scranno parlamentare che, sin dal momento della sua elezione nelle fila di Fratelli d’Italia, ha affermato di voler abbandonare per meglio dedicarsi all’Aiad, la società che riunisce le aziende del comparto difesa, aerospazio e sicurezza di cui è presidente dal 2014.

“Le mie dimissioni erano previste già prima delle elezioni
– hanno riportato varie agenzie di stampa nei giorni scorsi riferendo il pensiero di Crosetto -, chi doveva sapere sapeva”, con chiaro riferimento alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Il nome di Crosetto, senza ombra di dubbio il parlamentare cuneese più influente a Roma, circola con insistenza da qualche settimana a questa parte anche come possibile candidato di un centrodestra unito in Piemonte, una candidatura che sarebbe gradita sia a Silvio Berlusconi che a Matteo Salvini.

Sondaggi di Forza Italia dicono che avrebbe ancora maggior appeal di quello di Alberto Cirio, ma Crosetto, da noi interpellato, su questo aspetto è categorico. “Intanto – spiega al nostro giornale - queste richieste mi sono state fatte sempre informalmente e quindi non sarebbe nemmeno necessario rispondere. Cirio, prima di dare la disponibilità, mi ha correttamente chiesto ed io gli ho detto di andare avanti e quindi l’ipotesi mia non esiste”.

In un’intervista Al Fatto Quotidiano ier l’altro aveva aggiunto: "Se mi candidassi avrei altissime probabilità di vincere. Farei così tanto che dopo un po' mi giungerebbe un avviso di garanzia e dovrei impiegare dieci anni per essere scagionato. E così passerei il resto della mia vita a lottare nei tribunali".

A proposito delle sue dimissioni parlamentari, da lui ribadite sempre con asserita convenzione, non esistono al momento certezze, a maggior ragione dopo gli endorsement ricevuti anche da autorevoli esponenti della sinistra, non ultimo l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino.

“Le dimissioni – spiega a Targato Crosetto - le ho ripresentate appena sono state respinte perché, come vado dicendo da mesi, ho iniziato una cosa importante che vorrei portare a termine. Ciò non esclude che un domani non possa tornare ad impegnarmi in Parlamento. Anche perché – puntualizza - lascio la Camera ma non la politica, che continuerò a seguire essendo coordinatore nazionale e responsabile economico di Fratelli d’Italia”.

GpT

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