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Agricoltura | 15 dicembre 2018, 11:00

#controcorrente: nei decenni passati l’agricoltura italiana è stata la “Cenerentola” dell’economia interna ed europea

Se il Governo Lega-5 Stelle ha intenzione di cambiare strada, batta un colpo. Altrimenti, nel mercato globale, dove si bada di più alla quantità che alla qualità, la partita del nostro Paese è persa in partenza. Anche per il Piemonte e la provincia di Cuneo

Fagioli e mele: due prodotti dell'eccellenza agricola in provincia di Cuneo

Fagioli e mele: due prodotti dell'eccellenza agricola in provincia di Cuneo

“Sono anni che chiediamo ai Governi italiani, succedutisi nel tempo, non delle agevolazioni economiche ma di sottoscrivere con tutti i Paesi del mondo, dove è possibile farlo, degli accordi bilaterali che ci aiuterebbero nell’esportazione dei nostri prodotti ortofrutticoli. Tra l’altro molto richiesti all’estero. Sarebbe un modo per dare degli sbocchi nuovi al comparto e per portare valore economico all’Italia. Anche perché continua ad esserci, dal 2014, il blocco totale da parte della Russia dell’importazione di frutta e verdura come risposta alle sanzioni Ue”.

“Non capiamo perché nel nostro Paese arrivano prodotti ortofrutticoli da tutte le nazioni del mondo - la Cina sono anni che vende le mele in Italia - e noi non possiamo esportare da loro le nostre produzioni. Tutto questo non è giusto e sta danneggiando in modo rilevante il comparto. Una situazione preoccupante”.

“Lo Stato applica regole diverse per i nostri prodotti e per quelli importati. L’ortofrutta italiana è super controllata, e siamo d’accordo che venga fatto, ma lo stesso dovrebbe avvenire per quella che giunge dall’estero. Al contrario, quest’ultima, spesso si porta dietro residui e non ha la stessa qualità e salubrità della nostra. Non si possono usare due pesi e due misure”.

Abbiamo riproposto alcuni passaggi del clamoroso grido di allarme lanciato da Domenico Sacchetto, presidente di Assortofrutta, l’Associazione che raggruppa le Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli del Piemonte, nell’intervista pubblicata venerdì 14 dicembre da Targatocn.

Destinatario dell’appello è il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio. Servirebbe, infatti, un impegno sostanzioso da parte del Governo per portare avanti e firmare nuove intese commerciali. Anche perché, a livello europeo, non esiste una politica comune sull’export del settore. La Ue lascia ai Paesi membri la possibilità di accordarsi singolarmente con le altre nazioni al di fuori della stessa Unione. E ognuno pensa alle proprie convenienze.

Nei decenni passati l’agricoltura è stata la “Cenerentola” dell’economia italiana sul mercato interno e su quello estero. Dalle parole di Sacchetto la situazione pare non essere migliorata.

Nella totalità del comparto ci sono sicuramente dei prodotti che, per le loro caratteristiche particolari, hanno conquistato il mondo. Come il vino. Ma la strada con i Paesi extra Ue è sempre stata aperta dalle intese bilaterali. Se queste non ci sono le porte restano chiuse all’esportazione.

L’agricoltura italiana è una ricchissima cesta di eccellenze. Molti imprenditori giovani continuano coraggiosamente le attività dei loro padri e dei loro nonni, innovando e investendo. Però la politica e le Istituzioni devono fare la loro parte. Accompagnandone il cammino in tutti i settori di produzione. Altrimenti, nel mercato globale, dove si bada di più alla quantità che alla qualità, la partita dell’Italia è persa in partenza. Anche in Piemonte e nella provincia “Granda”.

Se il ministro Centinaio e i parlamentari cuneesi della maggioranza alla guida del Paese ci sono, battano un colpo.   

#controcorrente

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