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Attualità | 12 febbraio 2019, 10:41

Cuneo, falsa partenza nel cammino verso il regolamento del verde pubblico: le schermaglie politiche soffocano la bozza della minoranza

Ieri sera (11 febbraio) in commissione la proposta a firma M5S e Beni Comuni. Per Pellegrino "una riunione zoppa, serve la presenza di tecnici", ma la minoranza dice basta all'ostruzionismo

Cuneo, falsa partenza nel cammino verso il regolamento del verde pubblico: le schermaglie politiche soffocano la bozza della minoranza

La discussione avrebbe dovuto riguardare la proposta di regolamento per la gestione del verde pubblico della città di Cuneo presentata quasi cinque mesi fa da MoVimento 5 Stelle e Cuneo per i Beni Comuni (coadiuvati nella stesura dal Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste - CAA), ma lo spazio dato alla tematica nella riunione della VII^ commissione di ieri sera (lunedì 11 febbraio) è stato davvero risicato. 

A tenere banco, invece, sono stati gli screzi tra forze di minoranza (con i membri dei due gruppi proponenti e Maria-Luisa Martello) e di maggioranza (con Simone Priola, Carlo Garavagno, Tiziana Revelli e Luca Pellegrino), ma anche quelli tra alcuni di loro e il presidente di commissione Valter Bongiovanni.

Al centro non tanto il regolamento quanto la convocazione della commissione stessa, per Pellegrino “zoppa ed errata”: “Prima di tutto gli uffici comunali stanno già lavorando alla stesura di un regolamento. Da un punto di vista formale, poi, noi della commissione regolamenti non possiamo valutare la qualità del testo; si doveva richiedere un parere tecnico prima di presentarsi questa sera”.

Come Pellegrino, anche Revelli, Garavagno e Priola hanno sollevato dubbi in merito all’effettiva utilità della riunione convocata. “Non possiamo discutere noi nel merito, rischiamo di fare confusione”, ha detto la consigliera; “Non possiamo perdere tempo utile, questa istituzione lavora solo se si fanno le cose in modo congruo: gli strumenti per farlo ci sono, che vengano usati”, ha rincarato Priola. 

La risposta delle forze di minoranza, ovviamente, non si è fatta attendere.

I consiglieri pentastellati hanno sottolineato come sia stata richiesta più volte l’analisi del regolamento e che nessuno fosse stato informato del fatto che gli uffici tecnici stessero lavorando sulla tematica: “Pretendiamo che venga stilato un cronoprogramma - ha tuonato Manuele Isoardi - e che l’amministrazione prenda una posizione chiarendo l’interesse, o meno, nell’affrontare la questione”. 

Sturlese e Martello, se possibile, sono stati anche più taglienti sollevando il sospetto che la macchina amministrativa funzioni solo per le proposte della maggioranza, ed esprimendo l’impressione che non solo la VII^ commissione venga trattata da paria, ma anche che ci sia stato un accordo preventivo della maggioranza per mettersi di traverso. “Questa è una distorsione della democrazia inaccettabile, al centro c’è l’esecutivo e non il sistema consigliare e questo non può essere - ha aggiunto Sturlese - . Questo regolamento guarda all’incremento del benessere dei cittadini e della salute ambientale e non serve essere esperti o tecnici per riflettere su questi argomenti”.

Quale percorso intraprendere per giungere nel più breve tempo possibile alla stesura del regolamento del verde pubblico, che come indicato da Silvia Maria Cinaè qualcosa che la città aspetta da tempo, e merita per la presenza di importanti zone verdi di pregio”?

Più o meno tutti i consiglieri, su questo, si sono trovati d’accordo: sarà necessario convocare il prima possibile una nuova commissione che veda la presenza anche dell’assessore incaricato e dei membri di quella del verde pubblico. Cosa di cui dovrà occuparsi il presidente di commissione Valter Bongiovanni. 

Ho voluto convocare questo incontro prima degli eventuali pareri tecnici perché non vedevo arrivare dall’amministrazione alcuno spunto, e nel farlo ho invitato anche l’assessore Davide Dalmasso e la commissione sul verde: nessuno si è presentato” ha spiegato il presidente Bongiovanni, chiamato in causa da Isoardi che ha chiesto da parte sua un impegno più serio perché “organizzare gli incontri, tutti quelli necessari e con tutte le figure necessarie, è sua responsabilità: non farlo significa non avere voglia di fare il proprio dovere”.

simone giraudi

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