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Scuole e corsi | 12 febbraio 2019, 14:15

Studenti di Mondovì in visita al Memoriale di Borgo San Dalmazzo

L’obiettivo della visita è stato quello di ricordare luoghi e nomi, conoscere la storia di un momento della persecuzione razziale e della successiva deportazione degli ebrei nel territorio del Cuneese

Studenti di Mondovì in visita al Memoriale di Borgo San Dalmazzo

Le classi 3^ A - 3^B - 3^C - 3^D dell’Istituto comprensivo Mondovì 2, plesso “Emilia Cordero di Montezemolo”, hanno onorato venerdì 7 febbraio “Il Memoriale della Deportazione” a Borgo San Dalmazzo.

Nell’ex caserma degli Alpini, dal 18 settembre 1943 al 21 novembre 1943, furono rinchiusi 329 ebrei polacchi, francesi, belgi, tedeschi, austriaci, croati, rumeni, slovacchi, russi, ungheresi, greci, turchi.

Erano bambini, donne e uomini che partiti su vagoni merci dalla stazione di Borgo San Dalmazzo passando per Mondovì, Savona, raggiunsero il campo di Drancy, presso Parigi e il 7 dicembre furono trasferiti ad Auschwitz. Di loro 311 furono uccisi. Il 15 febbraio 1944, altri 26 Ebrei furono deportati sempre dalla stazione di Borgo a Fossoli, poi a Carpi e trasferiti ad Auschwitz o Buchenwald. Solo 2 sopravvissero.

L’obiettivo della visita è stato quello di ricordare luoghi e nomi, conoscere la storia di un momento della persecuzione razziale e della successiva deportazione degli ebrei nel territorio del Cuneese. La memoria, infatti, ha senso se invita a una riflessione, incide sul presente e dirada il velo dell’indifferenza.

Le docenti dell’IC Mondovì 2 desiderano esprimere il proprio sentimento di gratitudine nei confronti della Signora Maddalena Forneris (presidente dell’ANPI di Borgo San Dalmazzo) e del Professor Luigi Garelli (Istituto Storico della Resistenza di Cuneo), per l’approfondimento sulla storia e sull’evoluzione del Campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo, la lunga marcia degli Ebrei attraverso l’Europa, la IV Armata e la marcia forzata degli Ebrei da St.Martin-Vésubie fino all’8 settembre 1943, la figura di Don Raimondo Viale, “Giusto tra le Nazioni”, narrata nel libro di Nuto Revelli “Il prete giusto”, il viaggio dei migranti di oggi verso la speranza. Le loro parole hanno sollecitato il pensiero critico, analizzato le analogie con l’attualità, come dovere morale, per una conoscenza consapevole degli eventi storici.

comunicato stampa

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