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Attualità | 15 febbraio 2019, 19:42

"Sull'Asti-Cuneo situazione "kafkiana": pronti al presidio permanente in Prefettura e a Roma"

Oggi (15 febbraio) al Centro incontri della provincia di Cuneo il vertice richiesto dal presidente Federico Borgna: "La conclusione dei lavori è un credito che il nostro territorio ha con lo Stato italiano"

"Sull'Asti-Cuneo situazione "kafkiana": pronti al presidio permanente in Prefettura e a Roma"

Un cronoprogramma, che riporti con precisione le mosse da compiere nei prossimi mesi per non far scemare l'attenzione in merito all'urgenza del completamento dell'Asti-Cuneo: è questo il sunto dell'incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi (15 febbraio) al Centro incontri della Provincia di Cuneo.

Sono stati chiamati a raccolta ieri dal presidente Federico Borgna con una lettera i sindaci della Granda, le figure politiche e le associazioni di categoria coinvolte nella tematica dell'apparentemente infinito tronco autostradale, a cui mancano ancora 6 chilometri (e 350 milioni di euro) tra Roddi e Cherasco. Un incontro resosi necessario a seguito delle mancate risposte da parte del ministro Danilo Toninelli dopo la protesta in prefettura del 16 novembre scorso e le tante lettere (una al mese) inviate proprio dal presidente della provincia.

"Questi 6 chilometri ci stanno costando molto - ha sottolineato Borgna nel proprio intervento - , specialmente in termini ambientali e di sicurezza del traffico. La conclusione dei lavori è un credito che il nostro territorio ha non con qualche governo presente o passato, ma con lo Stato italiano: non vogliamo perorare un qualche tipo di soluzione rispetto a un altro, ma soltanto avere ciò che ci spetta".

"Siamo arrivati al punto di dover pretendere la realizzazione di un'opera fondamentale e che, soprattutto, ci spetta - ha detto Ferruccio Dardanello - . E' ora di dire basta a meccanismi che ci impediscono di raggiungere ciò che ci è dovuto".

"La prima comunicazione giunta dalla Regione al Ministro Toninelli, poco dopo il suo insediamento, ha riguardato proprio il completamento dell'Asti-Cuneo - ha sottolineato Francesco Balocco - ; il presidente Chiamparino ha insomma dimostrato sin da subito l'interesse per la tematica ma questo governo sembra non avere intenzione di affrontarla".

"Non possiamo più aspettare o continuare a raccontarci storielle: stiamo rischiando seriamente il futuro delle nostre aziende, che non hanno e non devono avere il passo della politica - ha chiarito Luca Crosetto in rappresentanza del Patto dello Sviluppo - Vogliamo continuare a difendere il made in Granda che tanti, in Italia, ci invidiano, ma dobbiamo avere più sicurezze. Siamo pronti a ogni tipo di sforzo in nostro potere".

L'assemblea ha confermato le proposte già lanciate nei giorni scorsi tra cui, per il 26 febbraio, la manifestazione di protesta a salita Bergoglio di Roreto di Cherasco (strada occupata quotidianamente dai mezzi pesanti che invece avrebbero la possibilità di usufruire della A33).

Bruna Sibille: "La situazione è davvero Kafkiana, ormai: dopo l'incontro di settembre aspettavamo risposte dal governo, che non sono mai arrivate. Non dobbiamo però dimenticare che questa è una partita che i territori della Granda vincono o perdono insieme, come gruppo".

Particolarmente duro l'intervento del sindaco di Alba Maurizio Marello: "Guardando agli ultimi 40 anni di storia viene inevitabilmente il sospetto che tutta la situazione non sia da collegarsi all'incuria, ma piuttosto a un disegno orchestrato e ricercato. Toccare la convenzione vorrebbe dire mettere la parola fine al progetto; vorremmo davvero conoscere la posizione definitiva del governo in merito. Concludere un totale di 90 chilometri di autostrada non dovrebbe essere complesso ma ora come ora il futuro ci pare molto difficile".

E' in programma, infine, dal 27 febbraio, un presidio permanente sotto la prefettura di Cuneo che a partire dal 26 marzo prossimo verrà spostato a Roma, sotto la sede del Ministero delle Infrastrutture.

simone giraudi

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