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Politica | 17 febbraio 2019, 11:24

Elezioni regionali, il Pd alle prese col difficile “caso Marello”

L’ipotesi che il sindaco uscente di Alba, sollecitato da Sergio Chiamparino, si metta in corsa non trova tutti d’accordo. Se il partito dovesse chiudergli la porta in faccia, “Monviso” sarebbe ben disposto ad accoglierlo come fece con Sergio Soave nel 2014

Elezioni regionali, il Pd alle prese col difficile “caso Marello”

“Come si fa a dire di no ad un “nostro” sindaco, per di più amministratore della seconda città dopo il capoluogo di provincia?”

Un dirigente del Pd che vuole ovviamente restare anonimo alza lo sguardo al cielo cercando una spiegazione a quella sindrome da cupio dissolvi che da tempo sembra perseguitare il partito.

Il “caso” di Maurizio Marello, sindaco uscente di Alba allo scadere del suo secondo mandato, rischia di riproporre uno scenario già visto nel 2014, quando la direzione provinciale del partito negò la candidatura alle regionali al sindaco di Savigliano ed ex parlamentare Sergio Soave.

Soave trovò poi ospitalità nella lista “Monviso” di Chiamparino ma migliaia di preferenze date alla sua persona risultarono nulle perché indicate vicino al contrassegno del Pd.

Marello, da quanto si apprende, avrebbe dato la disponibilità ad una corsa in Regione, in un momento particolarmente difficile per il partito e il centrosinistra in generale.

La sua presenza avrebbe anche la funzione di contenere (per quanto possibile) l’offensiva che certamente scatenerà in grande stile in tutta la Langa e il Cuneese il candidato presidente del centrodestra, Alberto Cirio, se e quando riceverà l’investitura ufficiale.

Eppure sembra che nel partito non tutti vedano di buon occhio la sua candidatura, per ragioni che non sono chiare ma che afferisco a motivazioni prosaiche, di concorrenza interna, non dissimili da quelle che vennero addotte nei confronti di Soave .

Questo fa sì che le designazioni del Partito Democratico restino al palo: per avere qualche elemento di chiarezza bisognerà attendere la seconda metà di marzo.

Certi, al momento, sono Francesco Balocco e Paolo Allemano, cui Chiamparino, alla stregua di Marello, ha chiesto di essere al suo fianco in una lotta che si annuncia dura e senza esclusioni di colpi.

Certa anche la candidatura di Maria Peano, presidente della Consulta Pari Opportunità, consigliera di minoranza a Boves e unica cuneese a far parte della segreteria regionale con delega alla Sanità. Accanto a lei, la direzione piemontese del partito ha stabilito che debba esserci un’altra donna, che al momento non è però ancora stata identificata.

In verità, la donna ci sarebbe stata eccome: Bruna Sibille, sindaco uscente di Bra e già assessore regionale, che il “Chiampa” ha invano sollecitato ad essere al suo fianco. Ma l’interessata ha declinato l’offerta.

La questione di Marello è dunque dirimente per indicare il terzo uomo.

Se il partito dovesse chiudere la porta al sindaco di Alba, è probabile che la scelta cada o sull’area monregalese o su quella braidese.

In quest’eventualità potrebbero essere due le opzioni: Stefano Tarolli, consigliere comunale di “Mondovì a colori” o Massimo Borrelli, vicesindaco di Bra, già candidato alle politiche del 4 marzo scorso.

Ma è pensabile che il Partito Democratico lasci scoperta un’area strategicamente cruciale qual è l’Albese? A maggior ragione se questo territorio dovesse esprimere – come tutto fa supporre - l’antiChiamparino

Questo è il nodo principale da dipanare, insieme ad equilibri interni che appaiono incomprensibili ai non addetti ai lavori, ma che pure hanno il loro peso considerata la scadenza congressuale.


Giampaolo Testa

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