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Scuole e corsi | 19 febbraio 2019, 18:14

Il volto della guerra all’Istituto Professionale “S. Grandis” di Cuneo

Riceviamo e pubblichiamo

Il volto della guerra all’Istituto Professionale “S. Grandis” di Cuneo

 

La guerra spiegata ai nostri allievi. Si potrebbe pensare che non sia una grande novità. Sappiamo tutti cos’è, la studiamo fin da piccoli, ne conosciamo i personaggi, gli eserciti e le battaglie. Di quelle contemporanee vediamo le immagini alla televisione, ne sentiamo parlare quasi ogni giorno; siamo sommersi da informazioni su fatti così atroci e così lontani che a poco a poco non ci prestiamo più attenzione. Parole come “massacro”, “bombardamento”, “profughi” perdono il loro significato. Ma “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” per noi insegnanti le parole di Primo Levi risuonano come un richiamo al quale non ci si può sottrarre.

Ed è così che grazie al progetto W.I.S.H. (Work for an Inclusive School Heritage - progetto ERASMUS+ che vede coinvolto l’Istituto “Grandis” di Cuneo, con partner internazionali - www.wish-project.eu) alcuni testimoni delle guerre di oggi hanno potuto incontrare i nostri allievi e li hanno aiutati a comprendere questa “impresa infernale”.

Alessandro Massa, operatore di Medici senza Frontiere, e la Dottoressa Citlali Fuentes, medico urgentista, di ritorno dal una missione in Afghanistan, hanno illustrato le difficoltà che ogni giorno si trova ad affrontare chi come loro ha scelto una vita interamente dedicata agli altri in condizioni spesso dure e pericolose.

A raccontarci le sue esperienze anche Giorgio Falco, membro dell’Associazione Sentieri di Pace che, attraverso un viaggio di dieci giorni, ha conosciuto la realtà quotidiana di un campo profughi in Libano insieme ai volontari dell’Operazione Colomba. Attraverso i suoi racconti abbiamo compreso come si svolga la vita in un campo e come due profughi siriani siano potuti arrivare in Italia attraverso un “Corridoio Umanitario”, evitando così una rischiosa traversata in mare. Abbiamo seguito le tristi vicende che hanno permesso a questa coppia di ottenere lo status di richiedenti asilo e di stabilirsi a Cuneo, dove hanno iniziato a studiare la lingua italiana e a lavorare. Forse non immaginavano che un giorno si sarebbero ritrovati a parlare delle atrocità subite di fronte ad una classe di adolescenti, ragazzi che con infinita sensibilità hanno saputo accogliere queste persone e condividere le loro sofferenze.

Sono stati momenti commoventi in cui le parole “massacro”, “bombardamento”, “profughi” hanno acquisito un significato nuovo, più vero e profondo, e improvvisamente quella guerra non ci è sembrata più così lontana.

Dal 24 febbraio al 3 marzo alcuni studenti della classe 4^F dell’I.S.S. “Grandis” porteranno queste esperienze a Zilina, in Slovacchia, per l’ultima fase di mobilità del progetto e condivideranno questi momenti con i loro partner europei.

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