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Agricoltura | 19 marzo 2019, 07:45

Luca Borgogno, 33 anni, perito chimico, gestisce, dal 2008, in regione San Quirico di Centallo l’azienda agricola “Il Girasole” (FOTO)

L’attività, iniziata dai nonni Luigi ed Elvira e continuata da mamma Beniamina, adesso si poggia sulla vendita diretta al consumatore. Con una bottega anche a Savona. Le produzioni di frutta e verdura sono curate e attente alla qualità e alla sicurezza alimentare. “La mia - dice Luca - è un’agricoltura consapevole: sostenibile e alla ricerca del naturale”

Luca Borgogno al lavoro nel frutteto di mele

Luca Borgogno al lavoro nel frutteto di mele

Siamo al numero 579 della regione San Quirico, lungo la strada che da Cuneo conduce a Centallo.  Sulla sinistra della carreggiata il cartello con sfondo giallo e le scritte rosse e verdi “Frutta. Verdura. Formaggi. Km 0. Dal Produttore al Consumatore” lo vedi già da lontano. Il cortile è ampio e accogliente. All’interno dei fabbricati, costruiti tra gli Anni Sessanta e Settanta, c’è la sede, il magazzino e il punto vendita dell’azienda agricola “Il Girasole”. I terreni per la coltivazione della frutta e della verdura di stagione sono poco distanti.

Il titolare, dal novembre 2008, è Luca Borgogno, 33 anni, perito chimico. Lo aiutano alcune persone con contratti a tempo determinato e stagionali. E si avvale del lavoro di un’altra impresa rurale - la Olivero di Centallo - per curare una serie di produzioni. Con il tempo, ha aperto, in accordo con l’agricola Riberi e Martini della frazione Ronchi di Cuneo, un piccolo negozio a Savona. E aumentato le collaborazioni con altre aziende del settore: la “Antica Salumeria” di Levaldigi per la carne; “Il Farro” di Peveragno per pasta e biscotti; “Amel” di Savigliano e “Rinaudo” di Piasco per le eccellenze dell’apicoltura e “Il Frutto Permesso” di Bibiana per i trasformati (succhi di frutta). Nei due punti vendita, con l’obiettivo di potenziare l’offerta commerciale, rigorosamente del territorio e di qualità, sono anche disponili i loro prodotti.

“All’inizio - dice Luca - mi occupavo di ogni lavoro. Mi sentivo Mandrake. Poi, ho capito che per fare le cose bene bisogna mantenere la supervisione di tutto, ma avvalersi di collaboratori - vuoi dipendenti, vuoi altre imprese del settore - per tante operazioni legate alla produzione”.

Qualche volta, proprio quando è in difficoltà per i troppi impegni, a Luca dà una mano mamma Beniamina, 70 anni, che gli ha passato il testimone dell’azienda.    

UNA STORIA CHE PARTE DAI NONNI

“Il Girasole” trae le sue origini dalla struttura agricola dei nonni materni, Luigi ed Elvira, che, poco distante, a Tetto Trossarello, gestiscono la stalla di bovini e coltivano cereali nei 6 ettari di terreno dei quali sono proprietari. Una trentina di anni fa abbandonano l’allevamento e nei campi, solo per non tenerli incolti, lasciano crescere i foraggi. A quel punto entra in gioco mamma Beniamina la quale decide, su quelle superfici disponibili, di costruire una propria azienda. Convertendo, però, le colture in frutteti di albicocche, pere e mele. Con la loro vendita all’ingrosso.

A fine 2008, Beniamina intende smettere. Luca, dopo un corso post diploma all’Istituto Lattiero Caseario di Moretta, capisce che continuare l’attività poteva rappresentare la sua strada. E così è stato. “Il corso di Moretta - afferma Luca - mi ha aperto gli occhi su un mondo di cui conoscevo nulla. All’inizio, essendo anche giovane, ho fatto molti sbagli. Ma l’importante è avere una mente elastica per capire dove hai commesso l’errore e porci rimedio. In questo decennio il mio modo di ragionare e di fare impresa è cambiato tantissimo: c’è un abisso da cosa pensavo allora. E non so dire come sarà impostato il lavoro tra 4-5 anni. Perché il mondo corre veloce e  devi per forza saper cogliere in fretta le trasformazioni”.

Luca, in prima battuta, continua con l’impostazione aziendale della mamma - frutteto e vendita all’ingrosso - aggiungendo da subito alcuni ortaggi di stagione. Ma nel 2010 aumenta le varietà coltivate e comincia lo smercio diretto nella sede di Centallo. Intanto, aggiunge un altro ettaro di terreno a quelli già esistenti. In principio mette il banchetto davanti al magazzino. Nel 2011 realizza il punto vendita e frequenta le “piazze” dei produttori agricoli.

L’anno dopo prende forma la svolta. La prima domenica di ogni mese porta l’ortofrutta al mercato di via Paleocapa a Savona. E nel 2013 riesce a trovare uno spazio, sempre a Savona, in quello fisso del sabato. Abbandonando il posto iniziale. “I consumatori liguri - spiega - hanno dimostrato da subito un grande interesse per i prodotti piemontesi coltivati con cura e attenzione. La clientela, settimana dopo settimana, aumentava. Allora ho compreso che non ce la facevo più da solo. Ho ridotto le produzioni da una trentina a una decina di varietà e, per le altre, ho cercato aiuto attraverso le collaborazioni”.

Il primo legame, Luca lo salda con la già avviata e conosciuta Riberi e Martini. Dopo un periodo di prova sullo stesso mercato, nel dicembre 2014, le due aziende decidono di aprire insieme un negozietto in via Sormano a Savona: “Il Girasole Km. 90”. Lui vende l’ortofrutta, Riberi e Martini i formaggi che trasformano utilizzando il latte prodotto nel loro allevamento. Lo stesso avviene all’interno del punto vendita di Centallo. In entrambi i posti l’offerta commerciale si allarga alle eccellenze delle altre imprese agricole, con le quali si intrecciano collaborazioni. E il lavoro funziona bene.  

La bottega di regione San Quirico tiene aperto il lunedì dalle 16 alle 20 e il martedì e venerdì, dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20. Quella di Savona il mercoledì e il sabato, con orario continuato dalle 7.30 alle 19.30.  “In questo modo - spiega Luca - riesco a essere presente nella vendita, ma anche a seguire le coltivazioni e la raccolta. Aiutato, naturalmente, dai collaboratori”.   

Alcune varietà di ortofrutta, per poterle proporre tutto l’anno, vengono coltivate sotto le serre.   

COME OTTENERE LA QUALITA’

Luca: “Definisco la mia agricoltura consapevole: cioè non biologica, ma sempre di più sostenibile e alla ricerca del naturale. La qualità è dare al consumatore un prodotto sano, buono e sicuro dal punto di vista alimentare. Seguendone con cura ogni fase lavorativa. Quando, come persone, ci ammaliamo dobbiamo curarci. E ci sono le medicine con gli antibiotici o quelle omeopatiche. Per le piante è la stessa cosa. Io sto andando sempre di più verso le cure omeopatiche, usando il minimo indispensabile di sostanze chimiche”.

Inoltre? “Produrre tante varietà ortofrutticole diventa ingestibile in quanto ognuna di esse ha le sue complicazioni e, spesso, se ne hai troppe, non arrivi in tempo a risolvere tutti i problemi. Per cui, qualità vuol anche dire dedicarsi con attenzione a poche colture. In questo modo si può spiegare da dove arriva il prodotto e come viene coltivato perché se ne conosce perfettamente la storia. L’offerta si può ampliare, come ho fatto, avvalendosi della collaborazione e delle ecccellenze di altri agricoltori”.

L’azienda aperta? “A Centallo è sempre aperta alla visita ogni giorno dell’anno. In più, di solito una domenica a giugno, quando c’è l’esplosione della natura e dei suoi colori, organizziamo, insieme alla Riberi e Martini, proprio una giornata ad hoc per raccontare il nostro lavoro e come otteniamo le produzioni”.

Perché si dovrebbero comprare i prodotti della “Girasole”? “Sono di alta qualità e, dovendo soddisfare il consumatore finale, li raccogliamo maturi al momento giusto. Seguendo i tempi della natura”.  

L’INNOVAZIONE

“E’ fondamentale - sostiene Luca - perché ormai viviamo in un modo che corre in fretta. Quindi, bisogna seguire i nuovi percorsi che ti aiutano ad abbassare i tempi di produzione e ad aumentare ulteriormente la qualità. Nel mio caso penso, ad esempio, all’irrigazione a goccia. Quindici anni fa pareva una follia e ti dicevano che buttavi via i soldi dell’investimento. Adesso è una realtà molto applicata e i prodotti sono più belli, gustosi e sani. Ormai c’è la consapevolezza che le piante sono esseri viventi. Per cui meglio vengono trattate, meglio vivono e migliori sono i frutti che generano”.

E in futuro? “Fino a ora abbiamo dovuto fare dei passi enormi ogni giorno. Però, dovremo ancora e sempre inventarci qualcosa di diverso per stare dietro a un mercato che cambia spesso. Sia investendo su nuove tecnologie e nuovi metodi di vendita, sia su un puntuale aggiornamento delle conoscenze. Perché oggi va bene così, ma già domani bisogna magari stravolgere tutto”.  

I PROBLEMI

Luca: “Quando parti con una nuova azienda devi effettuare degli investimenti rilevanti. E i prezzi ai quali metti in commercio i tuoi prodotti - lasciamo perdere l’ingrosso che è veramente un disastro - pur vendendoli direttamente, non sono sempre così remunerativi rispetto ai costi sostenuti. A questo si aggiunge la burocrazia davvero asfissiante. La crisi esiste. E siamo in un periodo difficile. Problemi comuni che riscontri parlando con il piccolo produttore o l’azienda di grandi dimensioni. Un mio amico e collega dice sempre: “disastroso” quel giorno nel quale da contadini ci hanno fatto diventare imprenditori agricoli. Per quale motivo?  Le incombenze sono aumentate in modo esponenziale”.  

LE SODDISFAZIONI

“Mi ha sempre appassionato produrre cibo - racconta Luca - e il mestiere mi piace. E’ un mondo bello nel quale, se vuoi e hai idee, il lavoro non manca. Se dovessi tornare indietro, rifarei la stessa scelta. Però, per superare le difficoltà serve molta determinazione. E devi essere curioso, imparando dagli altri. A volte è molto meglio parlare due ore con qualcuno che ti insegna qualcosa di nuovo piuttosto che occupare lo stesso tempo a zappare i tuoi terreni”.  

LE PROSPETTIVE FUTURE DELL’AZIENDA

Luca: “Ampliare la vendita introducendo un sistema on line. Ne stiamo parlando con altre imprese. Anche se non penso che, da subito, risolverà i problemi del mercato. E’ solo un servizio in più per i nostri clienti. In questo modo potranno acquistare da casa i prodotti per poi ritirarli in alcuni punti accreditati più vicini rispetto ai nostri spacci agricoli”.  

COSA CHIEDERE ALLE ISTITUZIONI?

“Meno burocrazia - risponde Luca - ed essere più seguiti. Quando ho un’idea devo andare dall’Istituzione interessata, spiegargliela e poi avere delle risposte chiare sul come realizzarla. Anche a livello di documentazione cartacea. Perché tu le cose le vuoi fare in regola, ma spesso non ti sanno rispondere quali sono i percorsi da seguire”.  

Dice Luca a conclusione della chiacchierata: "L’agricoltura può essere una fonte di sviluppo anche per le nuove generazioni, però bisogna essere preparati ai cambiamenti. E studiare, non con l’obiettivo di diventare importante, ma perché la conoscenza ti apre la mente e ti insegna a capire il mondo”.

In questa frase c’è l’essenza della sua filosofia di vita e di lavoro. Un ragazzo giovane che, con impegno, passione e fatica, ha abbracciato le trasformazioni in atto ed è sempre pronto a seguirne i nuovi passaggi. Il futuro sta proprio in questo coraggioso cambiamento culturale. Anche, e forse sempre di più, per chi coltiva la terra.          

Sergio Peirone

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