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Attualità | 22 marzo 2019, 10:45

Limiti ai negozi "etnici" nel centro strorico: centrodestra unito ad Alba per approvarli entro aprile

In Comune si torna a discutere di una regolazione capace di preservare la tipicità di attività commerciali e artigianali di una capitale delle Langhe che guarda sempre di più al turismo. Ma per farlo prima che finisca la consigliatura bisognerà correre

Limiti ai negozi "etnici" nel centro strorico: centrodestra unito ad Alba per approvarli entro aprile

Avviata nello scorso autunno (ne davamo conto qui), è ripresa martedì sera nella 3ª Commissione del Consiglio comunale la discussione sulla proposta sostenuta da Forza Italia e dalla lista civica "Per Alba" per introdurre nel perimetro del centro storico cittadino precisi limiti all’insediamento di esercizi commerciali e artigianali quali money transfer, internet point, sexy shop, fast food e kebab, chiudendo anche all'installazione di nuove slot machine e imponendo insegne scritte rigorosamente in italiano.

Misure nelle intenzioni volte a preservare il patrimonio di tradizioni di una capitale delle Langhe che guarda al turismo come una fonte sempre più importante di sostegno e sviluppo.

Adottata in più parti d’Italia sulla base di quanto previsto dal "Decreto Madia", la proposta del centrodestra albese (che in forza del fresco accordo elettorale sulla candidatura unitaria di Carlo Bo è ora sostenuta anche dal consigliere di Fratelli d’Italia Emanuele Bolla) guarda principalmente all’esempio di quanto realizzato in quel di Firenze, centro tutelato dall’Unesco, dove un regolamento di questo tipo è operativo già dal maggio 2017.

"Abbiamo voluto presentare questo documento – ci spiegava nel novembre scorso il consigliere Gionni Marengo, primo firmatario del provvedimentoper tutelare il commercio e l'artigianato tipico del nostro territorio, così come prevede la nuova normativa del novembre 2016 denominata 'salva centri storici', che sostanzialmente consente ai Comuni che vantano un importante patrimonio culturale, archeologico, architettonico e turistico di vietare o vincolare a una specifica autorizzazione comunale esercizi commerciali o artigianali che per loro natura siano incompatibili col tessuto economico e culturale del territorio. D'altra parte, Alba, annoverata oggi quale 'città creativa Unesco per la gastronomia' non può non munirsi di un regolamento che tuteli le specificità del proprio territorio. Tale normativa è un tassello importante che va a contenere il dilagare della liberalizzazione sfrenata prevista nel 2012 dal Governo Monti".

Nel novembre scorso la commissione si era aggiornata sul proposito di sentire il parere delle categorie coinvolte, cosa avvenuta solo in parte martedì considerato che alla seduta non è stato possibile avere rappresentanti degli artigiani.

All’incontro ha invece regolarmente partecipato il presidente dell’Associazione Commercianti Albesi, Giuliano Viglione, che, salutata positivamente la misura, ha però ampliato il discorso richiamando la generali urgenze della categoria, che chiede attenzione per continuare a rimanere un fondamentale presidio del territorio di fronte alla minacce portate – tra gli altri – dai colossi mondiali dell’e-commerce.

Bene la tutela del tipico e delle specificità della nostra città anche per l’assessore al Commercio Massimo Scavino, che presente alla Commissione insieme all’architetto Negro ha però ricordato la necessità, per arrivare al regolamento, di coinvolgere le preposte Sovraintendenze, cui toccherà individuare le zone sensibili e le categorie commerciali e artigianali da tutelare.

Tutti d’accordo o quasi sulla necessità di una regolazione, a questo punto si profila comunque un problema di tempi. Per approvare l’ordine del giorno e mettere in moto gli uffici comunali sulla redazione della norma il Consiglio comunale ha infatti a disposizione un’unica seduta, l’ultima della consigliatura, da tenersi prima di metà aprile, ma prima di allora la Commissione dovrà ancora audire la rappresentanza degli artigiani.

Il presidente del Consiglio comunale Roberto Giachino ha così suggerito di rimandare la discussione in aula alla prossima consigliatura. L’avvocato Gionni Marengo, proponente la misura, ha invece sottolineato, a quasi tre anni dal varo delle legge, la necessità di intervenire in tempi quanto più brevi possibili "semplicemente per il fatto che ad oggi, non essendoci un regolamento che ad Alba la recepisca, vige il regime fortemente liberalizzato dal governo Monti, con la possibilità che qualsiasi tipologia di esercizio, anche un sexy shop per assurdo, potrebbe aprire domani in via Maestra senza che nessuno glielo possa impedire".

Ezio Massucco

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