Sono trascorsi due anni da quel 18 aprile 2017 quando intorno alle 15 un tratto del ponte della tangenziale che attraversa via Marene a Fossano crollò senza preavviso.
Salvi per miracolo i due Carabinieri che erano di pattuglia sulla strada sottostante in quel momento che, sentendo uno scricchiolio, ebbero il tempo di allontanarsi dall’auto, distrutta sotto le macerie.
Da quel giorno iniziò per Fossano un calvario: prima la chiusura di via Torino il 5 maggio 2017, nel timore, poi scongiurato 24 ore dopo, di un nuovo crollo, poi i due mesi prima della rimozione delle macerie da via Marene, con il traffico congestionato in città.
Alla riapertura di via Marene si riaccese la speranza: per un mese il manufatto sarebbe restato dietro al cimitero per essere ispezionato e determinare le ragioni del crollo e procedere poi con la ricostruzione. Le speranze si spensero ben presto e, a due anni di distanza, il parcheggio del cimitero non è mai stato liberato, sede ora del cantiere per la ricostruzione.
Nel frattempo gli avvisi di garanzia; le perizie di parte, tre commissioni di inchiesta: quella della procura, quella interna di Anas e quella del Ministero; la riapertura della tangenziale a dicembre del 2017, ma solo al traffico delle auto. Niente mezzi pesanti, insomma, che continuano a dover attraversare Fossano con pesanti ripercussioni sullo stato delle strade e per gli autotrasportatori, costretti a sprecare tempo prezioso per raggiungere le loro mete.
Al momento i lavori sono in corso: distrutta una seconda campata, compromessa dai test e dunque non riutilizzabile, sono iniziati i lavori di ricostruzione: circa 8,5 milioni di Euro per la ricostruzione del ponte e per la sigillatura di alcuni punti della tangenziale cui si sommeranno i 30 milioni già stanziati per il rinforzo di alcuni cavalcavia, ma il tutto per non riaprire ancora al traffico pesante.
Il sindaco di Fossano Davide Sordella ha riepilogato il punto della situazione con una lunga nota: “Il 18 aprile del 2017 crollava il viadotto della tangenziale di Fossano sfiorando una tragedia umana per puro miracolo. A due anni di distanza è doveroso fare il punto della situazione: ANAS sta mantenendo gli impegni presi dalla precedente amministrazione nell’incontro che avevamo avuto a Roma e ribaditi in Consiglio Comunale; sono finalmente iniziati i lavori di assemblaggio del ponte in acciaio che sostituirà quello crollato e che consentirà nuovamente di riaprire lo svincolo verso Marene e sono programmati gli altri interventi per un totale di 8,5 milioni di Euro che dovrebbero portare entro l’anno alla riapertura della seconda carreggiata; abbiamo firmato la convenzione per la Videosorveglianza e auspichiamo possano partire a breve alcuni asfalti compensativi che necessitano ancora l’autorizzazione dell’ufficio di Milano; In tal senso mi sento di ringraziare per la serietà e la professionalità i dirigenti Ing. Vurro ed Ing. Gemelli dell’area nord ovest e Piemonte di ANAS. La parte negativa è che non si è ancora ricevuta risposta alle tre domande poste in Consiglio Comunale e cioè: CAUSE DEL CROLLO: A due anni da quell'evento non conosciamo ancora le cause ufficiali, non essendo ancora stati resi noti gli esiti delle varie perizie; RIMOZIONE: una parte dei resti continuano ad occupare la parte retrostante del parcheggio pubblico del cimitero comunale su cui avevamo dato la disponibilità di 1 mese!!! Sono ancora a disposizione della Procura per la procedura giudiziaria; RIAPERTURA: non ci sono novità e tempistiche per la riapertura al traffico pesante senza il quale viene meno la funzione della tangenziale con grave danno per la nostra Città e per le imprese di tutta la Provincia. Manca un progetto approvato ed il conseguente stanziamento che si stima in almeno 70 milioni di Euro”.
Intanto proseguono gli aspetti procedurali, come confermato dal PM Pier Attilio Stea. Si è chiusa la fase delle indagini preliminari dalla quale sono partiti due procedimenti diversi. Il primo riguarda le fasi di collaudo del manufatto e la magistratura ha recapitato 7 avvisi di conclusione indagini a carico di chi doveva controllare l’opera, mentre il secondo, che coinvolge altre 5 persone, riguarda invece la manutenzione.