- 16 maggio 2019, 15:06

Paolo Allemano (PD) replica alla Lega: “Chi arriverà in Regione non troverà alcun buco in sanità, non come i 3,2 miliardi del 2014!”

Il consigliere regionale uscente e ricandidato alle prossime elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione della Regione Piemonte, replica alle parole di Paolo Demarchi (Lega) in merito al bilancio dell’Asl Cn1

Paolo Allemano

Paolo Allemano

Capisco che sia difficile prendere atto che abbiamo risollevato la sanità piemontese portandola a livelli di eccellenza e che sia difficile riconoscere che l’ambiente sia uno dei principali determinanti di salute e che quindi non è sconveniente occuparsene anche sotto il profilo sanitario”.

Paolo Allemano, consigliere regionale uscente e ricandidato alle prossime elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione della Regione Piemonte, replica così alle parole della Lega in merito al bilancio dell’Asl Cn1.

In merito era intervenuto, qualche giorno fa, Paolo Demarchi, anch’egli candidato al Consiglio regionale del Piemonte.

Capisco tutto, ma stracciarsi le vesti per il bilancio in rosso della Cn1 di 6 milioni di euro non ci sta. – prosegue Allemano – Perché è una perdita programmata, nel senso che era stato autorizzato dalla Regione all’Asl uno sforamento fino a 8milioni per far fronte a tutti gli impegni.

Giova ricordare che le Asl non fanno utili ma, se ben guidate come la nostra, attendono a tutti gli impegni, anche straordinari, pur di erogare servizi efficienti ed efficaci.

Chi arriverà il 27 maggio non troverà nessun buco da ripianare (altro che i 3,2 miliardi del 2014!) perché i 6 milioni sono coperti dal fondo GSA (Gestione Sanitaria Accentrata), fondo ricostituito della Regione grazie ad accantonamenti e ricognizione residui.

Quello della quota capitaria (1740 euro a persona nel cuneese con una media regionale di 1870) è un tema che si affronta non con la guerra tra Torino (che ha maggiori spese perché lì si concentra l'alta complessità) e il resto del Piemonte, ma pretendendo lo stesso rigore nei conti e nella programmazione, a Torino come nel resto del Piemonte.  

Da ultimo giova ricordare che la Regione ha un credito di circa 300 milioni dal Ministero della Salute per i fondi pay-back: circa tre miliardi che le imprese farmaceutiche devono restituire allo Stato per le entrate dalla vendita di farmaci oltre il programmato.

Un contratto firmato, che avrebbe portato circa 300 milioni di euro nelle casse della sanità regionale e che sarebbe stato elegante onorare anche in campagna elettorale”.

redazione

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