Nell’estate 2018, l’Amministrazione comunale di Cuneo ha ripetuto spesso: “Visto che in piazza d’Armi partirà, a breve, la realizzazione del Parco urbano, faremo il possibile per trovare un luogo alternativo dove organizzare la Grande Fiera d’Estate”.
Invece, i lavori sull’ampia area della città alta non si sono avviati, come era stato promesso, a inizio 2019. E la GFE, dopo 43 edizioni nel capoluogo della “Granda”, è volata a Savigliano, dove hanno steso tappeti d’oro per averla e dove ha riscosso un buon successo. Il Parco, prima o poi, si farà, ma la vetrina dei prodotti della provincia, e non solo, è stata persa. Quasi di sicuro per sempre.
Dalla poca convinzione con la quale la Giunta Borgna si è spesa per offrire una nuova, valida sistemazione alla kermesse espositiva, si è capito abbastanza chiaramente che all’Amministrazione di Cuneo non interessasse più. Anzi, l’impressione è che abbia fatto di tutto per liberarsene.
Un vero peccato in quanto l’iniziativa, oltre a essere un punto di riferimento per il territorio, portava delle ricadute economiche importanti alla città. Un amico di Caraglio mi ha raccontato che, una sera, dopo la visita ai padiglioni, è andato a cenare in una pizzeria di Savigliano. Aggiungendo: “Se fosse stata a Cuneo avrei cercato un locale a Cuneo”. E molti come lui, in arrivo anche da altre regioni o dalla vicina Francia, hanno ragionato allo stesso modo.
Però, la “tristezza” più grande è che il sindaco del capoluogo e presidente della Provincia, Federico Borgna, non abbia partecipato all’inaugurazione di sabato 8 giugno. Magari il passaggio di consegne tra un Comune e l’altro poteva essere un boccone amaro da digerire, tuttavia all’apertura della Fiera i presidenti della Provincia - e non i consiglieri o, quando c’erano, gli assessori delegati - sono sempre stati presenti. Per un’iniziativa così rilevante, lo richiede la cortesia istituzionale.
Di certo, ci possono essere le giustificazioni dei motivi personali o degli imprevisti dell’ultima ora a far saltare gli appuntamenti. Ma la sua assenza parrebbe proprio il sonoro e definitivo schiaffo mollato alla manifestazione.