Curiosità - 30 giugno 2019, 11:46

La storia di Beru, il camoscio salvato dal Cras di Bernezzo e liberato sulle montagne della val Maira (VIDEO)

Il tenero racconto del veterinario volontario Andrea Avagnina: "La più grossa sconfitta per un CRAS, è quella di crescere un soggetto incapace di vivere senza l’uomo: ma questo non è stato il caso del nostro piccolo, grande Beru, un cucciolo di camoscio al quale abbiamo insegnato a sognare le montagne e non il comodo recinto di un centro di recupero!"

La storia di Beru, il camoscio salvato dal Cras di Bernezzo e liberato sulle montagne della val Maira (VIDEO)

Da un paio di settimane, sulle montagne della valle Maira c’è un camoscio in più…

Non stiamo parlando dei piccoli che proprio in questo periodo stanno venendo alla luce sulle ripide cenge delle nostre alpi, ma di un capretto di un anno di età, con un orecchino giallo al padiglione sinistro: la marca auricolare del CRAS.

Beru, così battezzato dai volontari del Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo, arrivò al Centro un anno fa, un dolcissimo cucciolo di 20 giorni d’età, con un brutto morso alla gola e tanta voglia di vivere: i veterinari pensarono alla ferita, mentre ai ragazzi del Servizio Civile ed ai tanti volontari coordinati da Remigio (il direttore del CRAS) e da Matteo, toccò l’arduo compito dello svezzamento, una rogna bella e buona…

L’estate passò in fretta e le prime nebbie settembrine ci regalarono un capretto robusto e carico di vita.

Attorno lui si era creato quell’ambiente magico ed un po’ balzano che noi al Centro conosciamo bene: il miracolo della Natura.

Beru giocava con gli atri ospiti del Centro, protetto da una cinghialotta attenta e possessiva come una mamma e da Mila, una cagnetta più grossa di lui che lo rincorreva con la palla in bocca alla ricerca di un compagno di giochi, sempre però pronta a difenderlo da ipotetici nemici che lì, proprio non esistevano!

Che gioia vedere spuntare i cornetti ed osservare, giorno per giorno, l’irrobustirsi delle sue zampe che un po’ per volta lo spingevano alla ricerca di tutte le posizioni sopraelevate nei paraggi: a volte esagerando anche un po’, come quando improvvisò una improbabile fuga d’amore con la Mila, per i boschi sopra il Centro.

Questa primavera sorse impellente la necessità di favorire il suo inselvatichimento, condizione necessaria per la sua futura liberazione: del resto, un camoscio che ti corre dietro come un cagnolino in attesa del biberon, oltre che poco credibile è anche poco dignitoso per un fiero frequentatore dei picchi alpini.

Per questo motivo si decise di immetterlo in un ampio recinto, anziché lasciarlo libero di scorrazzare ovunque e di socializzare con chiunque.

E così, a malincuore, fummo costretti a confinarlo in uno spazio più ristretto, consapevoli che questo sacrificio gli avrebbe assicurato un futuro di libertà, e così è stato!

Così, due venerdì fa, con la preziosa collaborazione delle guardie faunistiche della provincia (che avevano individuato un luogo idoneo), Beru è stato trasportato in una prateria alpina, all’interno di un’area interdetta alla caccia, dove un membro del staff del CRAS ha aperto la cassa usata per il trasporto…

Beru, dopo un quarto d’ora di ambientamento, pascolando attorno a noi, ha poi preso la strada verso l’alto alla ricerca di un asilo nelle vicinanze, dove altre mamme camoscio si sarebbero prese cura anche di questo marmocchio con uno strano orecchino giallo…

Non potevamo sperare di meglio… In quell’addio, dolce e carico di serenità , ci siamo resi conto di quanto il lavoro fatto su di lui in un anno di CRAS avesse portato tutti i suoi frutti, crescendo un soggetto equilibrato e con una conservata selvaticità che lo avrebbe reso libero e non schiavo dell’amicizia con l’uomo. La più grossa sconfitta per un CRAS, è quella di crescere un soggetto incapace di vivere senza l’uomo: ma questo non è stato il caso del nostro piccolo, grande Beru, un cucciolo di camoscio al quale abbiamo insegnato a sognare le montagne e non il comodo recinto di un centro di recupero!

Buona vita Beru! Non ti scorderemo mai!

redazione

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