Pubblichiamo a seguire la lettera aperta che Edoardo Bosio, qui nella veste di privato cittadino e studente pendolare, rivolge al concittadino Alberto Cirio, governatore del Piemonte.
Egregio On. Alberto Cirio,
Presidente Regione Piemonte,
sono lieto di scriverle per porre alla sua attenzione e a quella dell’assessore regionale per i Trasporti, Marco Gabusi, un’esigenza molto sentita dai cittadini di Alba, Langhe e Roero, nonché dagli astigiani, ossia la riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti.
Io ho 20 anni e sono un pendolare, per motivi di studio mi sposto quotidianamente tra Alba e Alessandria. Da circa un anno frequento infatti la Facoltà di Giurisprudenza di Alessandria, che nell’annuale classifica Censis sulle università italiane, pubblicata l’8 luglio scorso, si è aggiudicata il secondo posto in Italia.
In questo primo anno di frequenza ho sempre viaggiato in auto da Alba ad Asti, e poi in treno da Asti ad Alessandria. Come me, immagino che tante altre persone, pendolari per svariati motivi (di lavoro, studio, turismo in un territorio in cui questo è particolarmente fiorente, svago o necessità), abbiano l’esigenza di muoversi tra Alba ed Asti in treno, il che porterebbe benefici in termini di maggior efficienza, minor inquinamento, maggior sicurezza stradale e minor traffico in entrata e uscita dalle due città.
Tramite "La Voce di Alba", che ringrazio per lo spazio concessomi, ho appreso del vostro prossimo incontro col ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, mercoledì 17 luglio nella sede del Ministero, per discutere sulle opere da realizzare in Piemonte. Per questo motivo ho deciso di scriverle.
Qual è – è la domanda che vorrei porle – la posizione della nuova Amministrazione regionale sulla riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti? La ritenete un’opera importante che possa dare al nostro territorio più opportunità di crescita e di sviluppo? Sarà oggetto di discussione nella riunione del 17 luglio al MIT?
Certo della sua attenzione e risposta, la ringrazio anticipatamente.
Distinti saluti,
Edoardo Bosio