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Economia | 16 luglio 2019, 06:00

La cannabis fa il suo ingresso a Wall Street

Le azioni delle compagnie che si occupano della produzione e della commercializzazione di cannabis e derivati, denominate Pot Stocks, sono state oggetto di una crescita senza precedenti negli ultimi due anni

La cannabis fa il suo ingresso a Wall Street

Il 2018 è l’anno della rivoluzione della cannabis legale: su questo non vi è più alcun dubbio! A partire dall’ufficializzazione della completa legalizzazione nello Stato della California (1° gennaio), fino alla completa legalizzazione a livello federale nel Canada (ottobre 2018) e la legalizzazione della cannabis medicinale in Nuova Zelanda e Thailandia (fine dicembre 2018).

Per quanto i processi di decriminalizzazione e di parziale legalizzazione abbiano portato a più rosee prospettive per i consumatori nel corso di tutto il nuovo millennio, il 2018 è l’anno green per eccellenza proprio in quanto, in seguito alla legalizzazione federale della pianta nel Canada, quelli che erano vantaggi certificati solo dalla comunità scientifica o da quella degli amatori, si sono tradotti in vantaggi economici e finanziari su scala globale.

Il Boom delle Pot Stocks

Le azioni delle compagnie che si occupano della produzione e della commercializzazione di cannabis e derivati, denominate Pot Stocks, sono state oggetto di una crescita senza precedenti negli ultimi due anni: si tratta per lo più di compagnie canadesi o israeliane; più indietro quelle statunitensi, ancora fortemente penalizzate dal fatto che a livello federale la marijuana non è ancora considerata legale.

Titoli come Aurora Cannabis (che nel 2019 ha visto le vendite salire del +363%), il Cronos Group Inc. (tra le prime in Canada per capitalizzazione di mercato) e Canopy Growth Corp. hanno iniziato ad attirare investitori non necessariamente interessati al prodotto: i tassi di crescita, i volumi di scambio e la liquidità che caratterizzano il settore lo hanno reso estremamente interessante anche solo per motivi prettamente finanziari.

Proprio in ciò consiste la rivoluzione green del nuovo millennio: portare le rivendicazioni al di fuori della sola sfera dei diritti umani e civili e rivolgersi al pratico. La cannabis non è solo una pianta dalle miracolose proprietà terapeutiche, ma anche dai molteplici impieghi, capace di produrre e attirare capitali.

Come investire nelle azioni di cannabis legale

Investire nelle azioni di cannabis legale è relativamente semplice: non prevede un’operatività diversa dagli investimenti sulle normali azioni societarie. La prima cosa da fare è scegliere un broker affidabile che vi permetta di fare trading CFD sulle compagnie attive nel settore della cannabis legale.

La scelta del broker è sempre il primo e fondamentale passo per ogni investimento, ciò vale per la cannabis come per qualsiasi altro settore. La cosa da tenere a mente è che, rispetto ai suoi albori, in cui i tassi di crescita vertiginosi di alcune compagnie avevano portato molti analisti a temere la creazione di una bolla, al giorno d’oggi le compagnie si sono stabilizzate: le loro quotazioni iniziano a presentare un comportamento molto più stabile e si prestano ad operatività programmate anche sul lungo termine.

Non si tratta più, dunque, di un settore unicamente speculativo ma, fatte le dovute analisi, sulle Pot Stocks si può pianificare anche una strategia di investimento sul lungo termine, dando fiducia alle società attive nel settore.

Un magistrale esempio sulle prospettive future del settore ci viene dalla Grecia che, sebbene in ritardo di un anno, ha deciso di aprirsi al mercato della marijuana, valutando che questo settore possa portare alle casse dello stato un afflusso di capitali di svariati miliardi di euro: l’apertura dei mercati nazionali e l’espansione del mercato della cannabis possono significare solo una cosa per gli investitori, ovvero profitti.

Ora come mai le azioni cannabis si presentano come ricche di prospettive di crescita, con le compagnie che iniziano ad affermarsi in tutto il mondo e ad entrare attivamente nei mercati di sempre più stati, non solo nelle Americhe, ma anche in Europa, in Africa e Asia.

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