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Economia | 22 luglio 2019, 15:42

6 ragioni per non comprare prodotti falsi

Il mercato dei prodotti falsi ruba 32 miliardi e quasi 90.000 posti di lavoro

Foto: "This Soup is So Fake" by cogdogblog sotto licenza CC CC0 1.0

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Il mercato dei prodotti falsi ruba 32 miliardi e quasi 90.000 posti di lavoro. Questo fenomeno è stato quantificato dall’OCSE, con seri danni economici e pericoli per la salute.

Il giro d’affari dei prodotti contraffatti costa all’Italia 20 miliardi di euro considerando le mancate vendite sul mercato legale all’ingrosso ed al dettaglio, oltre a 88 mila posti di lavoro mancati.

Questo è un assaggio della piaga socio-economica provocata dalla falsificazione dei prodotti di consumo, le cui cifre risultano da un recente rapporto dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) in cui si approfondisce l’impatto sull’economia nostrana.

Il business della contraffazione non ha risentito affatto della crisi economica globale, anzi è in continua crescita giungendo avendo raggiunto i 500 miliardi di dollari globalmente.

Questa attività illecita è particolarmente favorita dalla globalizzazione selvaggia, con il continuo abbattimento di costi della logistica per l’interscambio con i Paesi produttori a basso costo.

L’Italia è una nazione particolarmente esposta alle conseguenze negative, essendo leader mondiale nella manifattura di alta qualità, nel design e nell’agroalimentare d’eccellenza.

Uno degli strumenti più forte per combattere la falsificazione è la sensibilizzazione di massa, come sta avvenendo tramite spot tv istituzionali e iniziative di piazza degli Enti pubblici interessati.

  1. L’indagine OCSE si riferisce al 2013, quantificando un giro d’affari di beni italiani contraffatti e “piratati” venduti in tutto il mondo di più di 35 miliardi di euro. In rapporto all’ammontare complessivo delle vendite di prodotti manifatturieri italiani nel mondo l'equivalente del 4,9%.. Ciò ha causato oltre 25 miliardi di euro di mancate vendite alle aziende italiane nello stesso anno;

  2. Le importazioni di beni falsi erano pari a oltre 10 miliardi di euro, pari al 3% delle nostre importazioni complessive. Tutto questo si è tradotto in mancate vendite a grossisti e negozianti per un controvalore di circa 7 miliardi di euro. I principali Paesi di provenienza erano Cina (50%) e Hong Kong (29%), ma anche da Grecia (6%), Singapore (4%) e Turchia (2%);

  3. Il commercio di falsi prodotti sul nostro territorio nazionale congiuntamente a quelli importati ha causato una perdita di gettito per lo Stato pari a 10 miliardi di euro, ossia lo 0,6% del PIL. A questo si aggiunge la perdita di almeno 87.000 posti di lavoro in Italia, pari al 2% degli equivalenti dipendenti a tempo pieno nel Paese;

  4. Quasi metà delle merci false introdotte illegalmente in Italia è stata venduta a consumatori consapevoli di comprare prodotti falsi, mentre l'altra metà è stata acquistata senza tale consapevolezza;

  5. L’acquisto di prodotti contraffatti costituisce un ingente fonte di guadagno per la criminalità organizzata, che gestisce sia la produzione che lo smercio. Si tratta di guadagni illeciti che torneranno nel ciclo economico, per finanziare ulteriori illeciti e ingenerando interferenze dannose all’equilibrio del mercato;

  6. Il consumo di prodotti per i quali non siano stati rispettati gli standard di qualità e sicurezza rappresenta un pericolo per la salute, sia in termini diretti che indiretti. Pensando ad esempio ad un comune paio di occhiali, indipendentemente che siano occhiali da sci o da sole, quasi sicuramente non saranno stati usati materiali adeguati per la salute dell’occhio e magari altamente inquinanti.

Per chi volesse approfondire si rimanda ad una serie di vademecum merceologici predisposti dall’UIBM insieme alle associazioni per la difesa dei consumatori sotto il cappello dell’iniziativa “Io sono originale”.


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