#controcorrente del 3 agosto (leggi qui) evidenziava come l’aiuto di quanti abitano in città fosse l’unica strada in grado di consentire alla montagna di bassa e alta valle di “vivere” e non essere abbandonata. Perché solo l’impegno “eroico” di chi nelle terre alte ci risiede e lavora è insufficiente.
In particolare suggeriva, come proposto dalla campagna della Camera di Commercio di Cuneo e dell’Uncem Piemonte, alle persone che arrivano dai centri urbani e frequentano la montagna per le vacanze o le gite domenicali di acquistare le eccellenze prodotte nei borghi alpini o di pranzare nei locali della valle. Così da dare una mano concreta alle imprese e ai territori interessati.
L’Amministrazione comunale di Chiusa Pesio ha approvato una delibera di Giunta con la quale dall’11 agosto e fino al 30 settembre, in via sperimentale e nei giorni festivi, viene regolamentata la fruizione di un’area verde attrezzata della cittadina: il Parco Divisione Cuneense in via Comunale Mondovì (leggi qui).
In sostanza, quanti utilizzano i tavoli da picnic esistenti o quelli portati da casa non per sedersi a riposare ma per il pranzo o la cena, devono versare all’incaricato dell’Ente locale 5 euro oppure, in alternativa, dimostrare, attraverso uno o più scontrini fiscali, di aver acquistato, lo stesso giorno, nei negozi della Valle Pesio generi alimentari, e non, per un importo complessivo minimo di 20 euro. E per evitare, come spesso accade, di ritrovarsi i rifiuti abbandonati dappertutto, sempre il medesimo incaricato distribuisce i sacchetti per la loro raccolta da depositare nei cestini.
La decisione ha provocato pareri favorevoli e reazioni fortemente contrarie. Forse non è stata spiegata bene e con la necessaria completezza di informazioni, ma va nella direzione giusta. Soprattutto perché l’area è adeguatamente attrezzata e curata. Anche con i servizi igienici e il parco giochi per i bambini.
Certo la Natura è di tutti. Però mantenerla pulita, incontaminata e fruibile ha un costo al quale i Comuni delle terre alte e anche quelli alle porte delle valli alpine, sovente, non riescono più a far fronte dal punto di vista economico, provvedendo alle necessarie manutenzioni ordinarie e straordinarie.
Di conseguenza chi vive nei centri urbani, se vuole ancora assaporare le tante e meravigliose sfaccettature rese disponibili dalla montagna deve contribuire in qualche modo. Così da aiutare gli Amministratori pubblici, le aziende e i residenti delle terre alte a non sentirsi abbandonati e a proseguire nel loro sforzo quotidiano di mantenere “viva” la Natura e quanto la circonda. Concretizzando, inoltre, il presidio del territorio e la prevenzione dal dissesto idrogeologico utili all’intera comunità: pure quella di pianura.
Il patrimonio della montagna non può più essere sempre tutto gratuito da sfruttare. E sempre perfetto e curato. Perché, considerando solo i due estremi, presentano spese rilevanti il ripristino dei sentieri in quota come l’occuparsi delle aree verdi attrezzate per la sosta.
E allora se può essere fastidioso pagare una cifra per sistemare i tavoli da picnic o utilizzare quelli esistenti nelle zone destinate a questo scopo, invece comprare nei negozi di valle per il pranzo o la cena all’aperto nei giorni festivi, evitando di portarsi da casa cibi e bevande, è una buona pratica che non “pesa” troppo sulle spalle di chi la compie. Ma, allo stesso tempo, rappresenta un aiuto prezioso per quanti in quei posti hanno coraggiosamente investito e un incentivo ai Comuni per rendere sempre più belli i loro territori. Migliorando anche, grazie all’aiuto economico dei turisti forestieri e locali, l’offerta delle strutture disponibili.