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Politica | 21 agosto 2019, 17:45

Mantini (Lega): "Ancora troppi gli omicidi di donne tra le mura domestiche, le Istituzioni facciano blocco"

"Servono più strutture che permettano il tempestivo allontanamento delle vittime di violenza e dei loro figli minori dai contesti familiari a rischio"

Anna Mantini

Anna Mantini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Un dato inquietante è passato in secondo piano in questo mese di agosto, giustamente distratto da molteplici questioni politiche ed economico-fiscali che dominano le prime pagine e i dibattiti di ogni genere: oltre un omicidio volontario su due, in Italia, al netto di quelli legati al grande crimine organizzato, continua a consumarsi tra le mura domestiche e familiari e nella sfera che una certa statistica burocratica chiama "affettiva", ma dove l'affetto proprio non esiste.

Sono i dati che il Ministero dell'Interno ha pubblicato nella settimana di Ferragosto con riferimento agli ultimi dodici mesi. I due terzi di questi delitti hanno come vittime donne, e le orribili cronache della stagione estiva - che non hanno risparmiato il Piemonte e i luoghi a noi vicini - in corso sono tragicamente a confermarcelo. Una cifra che rimane di allarme sociale e culturale, sebbene i numeri assoluti parlino di un calo al confronto con lo stesso periodo che era stato preso in esame nel 2018.

L'avvio di strumenti normativi come il Codice Rosso, nella legge fortemente voluta dai Ministri della Lega, e lo sviluppo di azioni favorevoli al superamento di un certo sentimento di omertà, paura o pudore per le violenze subite dal proprio ex partner, hanno cominciato ad aprire una breccia all'interno di un muro che rimane tuttavia ancora alto e spesso. I provvedimenti approvati nel corso dell'ultimo periodo, affinché diano i benefici diffusi e attesi, hanno necessità che tutto il mondo istituzionale proceda in maniera risoluta nella stessa direzione, e adesso un ruolo importante compete alle nuove Amministrazioni regionali e locali nell'attuazione di una serie di punti decisivi come la messa a punto di servizi e strutture che favoriscano il tempestivo allontanamento delle vittime di violenza, e degli eventuali figli minori, dai contesti domestici rischiosi, e che impediscano alle stesse di subire continue persecuzioni e minacce a opera degli ex partner, mettendole in condizione di tornare a vivere in senso sociale e professionale.

L'obiettivo finale dovrebbe essere quello di vedere il fenomeno completamente debellato, ma per tendere a questo, anche se il cammino sarà lungo e complesso, occorre anzitutto partire dalla formazione scolastica, e cogliere la reintrodotta lezione di educazione civica come possibilità di insegnare il valore dell'educazione sentimentale ai nostri ragazzi e ragazze, perché siano i primi artefici di un nuovo corso autenticamente affettivo e di rispetto del proprio partner o ex tale che avranno in futuro, e siano anche le prime sentinelle dei possibili disagi o tensioni che si verificano negli ambienti familiari prima che le stesse sfocino in eventi irreparabili poi riportati dalle cronache quando oramai già è tardi.

 

Anna Mantini, Lega Fossano

 

 

comunicato stampa

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