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Politica | 22 agosto 2019, 12:10

L'on. Gribaudo: “Il Pd dirà sì ad un nuovo Governo, ma solo se forte e utile al Paese”

Si fanno sempre più insistenti le voci di un esecutivo giallo-rosso. Per la deputata cuneese del Partito Democratico le possibilità che questa formula si concretizzi al momento non vanno però oltre il 50%

L'on. Chiara Gribaudo (Pd)

L'on. Chiara Gribaudo (Pd)

Mentre proseguono le consultazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella per verificare se esiste o no la possibilità di dar vita a un nuovo esecutivo dopo le dimissioni del premier Conte, il dibattito è in corso anche nei partiti. In queste ore si parla intensamente di una possibile (ma tutta da verificare) intesa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Intesa che fa gridare all’ “inciucio” da parte della Lega, ma che è comunque sul tavolo. Ne abbiamo parlato con la deputata Chiara Gribaudo, unica cuneese a far parte della direzione nazionale del Pd.

Onorevole Gribaudo, che giudizio dà della crisi apertasi con le dimissioni del premier Conte?
“Se da una parte possiamo finalmente dichiarare la fine di un governo disastroso, credo che tutti abbiano il dovere di affrontare questo passaggio con la massima responsabilità”.

Che succederà ora? Che ne dice il suo partito?
“Sarà il Presidente della Repubblica, come è giusto che sia, a indicare una rotta, ma il Pd deve avere le idee chiare e deve farsi trovare pronto per il bene del Paese”.

La maggior parte dell’opinione pubblica sembra propensa al ritorno alle urne...
“È evidente che oggi le elezioni sembrano più vicine, ma fare politica significa saper valutare prima ancora degli appetiti elettorali quali siano i migliori scenari per l'Italia. La direzione del Pd, all'unanimità, ha dato mandato al segretario di valutare prima di ogni altra cosa la possibilità di mettersi a disposizione per eventuali maggioranze che possano transitare il Paese in un momento così difficile”.

Si parla, in queste ore, di un possibile nuovo governo giallo-rosso 5Stelle-Pd e forse non solo. Lei che ne dice?
“Non so che cosa succederà. Credo però che questo potrà essere solo nel caso di un Governo forte, che sappia rispondere a questioni fondamentali: rinnovare l'appartenenza a un Europa che deve essere rinnovata; il pieno rispetto delle regole e dei valori della nostra Democrazia; l'investimento su una diversa stagione della crescita fondata sulla sostenibilità e su un nuovo modello di sviluppo; una svolta nella gestione dei flussi migratori; un radicale cambiamento nelle ricette da mettere in campo in chiave economica sotto il segno dell'equità sociale”.

Operazione fattibile?
“Se non riusciremo a essere all'altezza di queste sfide, allora il Pd dovrà essere pronto ad affrontare una campagna elettorale in cui con ogni probabilità ci troveremo ancora di fronte una politica fatta di odio e di propaganda alla quale dovremo rispondere con la realtà dei fatti. Una realtà che ha calato ogni velo di dubbio sul fallimento di chi si è vantato del proprio populismo e sovranismo”.

Chi potrebbe essere chiamato a succedere a Conte, secondo lei?
“Si sta ragionando su profili alti e non divisivi. Sento circolare, come tutti voi, i nomi di Roberto Fico e di Raffaele Cantone, ma davvero non dispongo di elementi ulteriori”.

Che percentuale di successo accredita alla nascita di un nuovo esecutivo giallo-rosso?
“Non mi piace ragionare in questi termini che vanno bene per le scommesse sportive ma non per la politica. Tuttavia, trascinata per i capelli, al momento dico 50%”.

 

GpT

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