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Curiosità | 11 settembre 2019, 19:33

Presentato a Garessio in anteprima il terzo progetto di Slow Food

Dedicato a un nuovo concetto di turismo sui territori

Presentato a Garessio in anteprima il terzo progetto di Slow Food

Si è svolta  a Garessio la del progetto Slow Food Travel Valli dell’Alto Tanaro. Si tratta del terzo territorio (il primo in provincia di Cuneo, il secondo in Piemonte) nel quale Slow Food ha portato a compimento il lavoro di mappatura e messa in rete delle realtà che possono realizzare un’offerta turistica sostenibile, in linea con la filosofia di Slow Food.

Un pubblico ristretto di addetti ai lavori, tour operator, istituzioni del territorio ha partecipato a tre esempi di esperienze, che saranno ripetute in futuro per i turisti:

  1. I custodi dei castagneti: una piacevole passeggiata nel castagneto con la possibilità di immergersi in un vero e proprio percorso didattico dedicato alla scoperta del mondo della Castagna Garessina. La visita tratta aspetti ludici, culturali e colturali: dal legno della pianta con cui l’artigiano Giaccone crea le sue opere, ai fiori che nutrono le api di Alchimiele, alle castagne dell’azienda agricola Marco Bozzolo.

  2. Passeggiata e foraging: accompagnati dalla guida escursionistica Simone Rossi si va alla ricerca di piante spontanee usate tradizionalmente in cucina, ricevendo informazioni su come si viveva in passato a Chionea. Al rifugio Chionea, laboratorio di cucina con erbe spontanee. 

  3. Visita al mulino storico San Sebastiano per un salto nel passato tra vecchie macine e antiche macchine agricole. Dopo aver imparato come si macinava in passato si ripercorrono le fasi di una ricetta che si tramanda da generazioni, quella delle paste di meliga del monregalese, Presidio Slow Food, illustrata dalla pasticceria Cagna.


In seguito, presso il Parco Terme San Bernardo, dove era allestita una esposizione di prodotti del territorio in degustazione, si è svolta la conferenza di presentazione del progetto.

Paola Carrara, Assessore al Turismo del Comune di Garessio, ha ringraziato gli agricoltori, artigiani, albergatori partecipanti per loro dedizione, grazie alla quale è stato possibile realizzare un percorso Slow Food Travel, un traguardo importante.

Michele Rumiz, project manager Slow Food Travel si è detto estremamente contento dell’esperienza appena sperimentata e di aver lanciato questo territorio, il terzo nel mondo. Slow Food è impegnato attualmente anche in altri paesi e regioni d’Italia su questo nuovo concetto di turismo, che non si limita a tracciare itinerari enogastronomici, ma coinvolge i protagonisti locali rendendoli parte attiva e stimolando la loro creatività e consapevolezza. «Per Slow Food questo è un progetto innovativo, il primo è stato realizzato in Carinzia (Austria), presto nasceranno cinque territori Slow Food Travel in Svizzera.» E aggiunge: «Qui nelle Valli dell’Alto Tanaro la gente ha voglia di raccontare e di spendersi, e noi a Slow Food siamo convinti che la qualità sia un racconto, non una degustazione alla cieca».

Andrea Blangetti, Consigliere Nazionale di Slow Food Italia, in rappresentanza di Slow Food Monregalese Cebano Alta Val Tanaro Pesio, si è detto felice di aver realizzato questo progetto: «Non è stato semplice, creare una rete è una grande responsabilità. Buono pulito e giusto non è uno slogan, le linee guida sottoscritte devono essere mantenute e questo è un impegno costante che ci assumiamo».

Giulia Rolando, del Presidio Slow Food della rapa di Caprauna, ha parlato a nome di tutti i produttori: «Il nostro territorio va da Nucetto in pianura a Ormea e Caprauna in montagna, i prodotti sono i più diversi: mieli biologici , castagne, formaggi diversi, ortaggi, patate di montagna, farina di grano saraceno. Abbiamo le paste di meliga, le lasagne di Ormea e la rapa di Caprauna. Nelle zone di montagna non è facile lavorare la terra, i terrazzamenti aiutano ma non si può utilizzare la meccanizzazione, tutto viene fatto con grande fatica. Alcune aziende sono sul territorio da generazioni, alcuni sono invece giovani e hanno voluto scommettere su questi territori. Tutti i produttori si impegnano a produrre con attenzione all’ambiente, senza prodotti chimici e cercando di recuperare la biodiversità. Oltre alla promozione si cerca una commercializzazione e le esperienze servono per far capire a fondo i nostri i prodotti a chi viene in valle, raccontandone la storia, e poi attraverso la rete con i ristoratori facendoli assaggiare. Tutti noi produttori crediamo veramente in questo progetto, sappiamo di avere delle eccellenze, speriamo di crescere e di migliorarci».

Alessandra Ingenetti, della Locanda del Mulino nel borgo di Val Casotto rappresentava i ristoratori: «Anche noi crediamo di poter mettere in tavola un futuro migliore. Questo progetto ha tanto lavoro alle spalle, a questo punto siamo un bel gruppo e possiamo rappresentare bene le nostre vallate. Sulle nostre tavole già da tempo si trovano i prodotti del territorio, ci rivolgiamo a un pubblico straniero e a gente che si muove in bicicletta. Nei nostri menu partiamo sempre dalla stagionalità. Ognuno interpreta in maniera personale i prodotti del territorio. Questo progetto arriva a compimento di un cammino insieme a Slow Food e ci conferma che siamo sulla buona strada».

Ileana Sofian del B&B La Quiete, in rappresentanza delle strutture ricettive, ha detto: «Le persone che vengono a trovarci a Serra di Pamparato si innamorano di queste valli e di questi prodotti che non conoscevano. L'ospitalità non può essere offrire un letto e basta, tutti gli agriturismi e B&B che hanno aderito a questo progetto sono molto attenti a offrire un servizio che aiuti la conoscenza del territorio e della sua cultura, agricola e gastronomica. Io credo in questa valle, l’unione fa la forza».

I due percorsi piemontesi Slow Food Travel, Montagne biellesi e Valli dell’Alto Tanaro sono stati realizzati grazie al contributo di Compagnia di San Paolo.

I percorsi Slow Food Travel propongono visite e soggiorni alla scoperta delle origini e della diversità dei cibi e delle culture locali. Ispirati ai valori del buono, pulito e giusto, coinvolgono i produttori e gli artigiani del cibo, la ristorazione più fedele al territorio e l’accoglienza più autenticamente “slow”, disegnando un nuovo modello di viaggio, fatto di incontri e scambi, per avvicinare i viaggiatori alla conservazione della biodiversità alimentare e alla conoscenza di culture, identità e gastronomie locali.


c.s.

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