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Politica | 10 ottobre 2019, 17:56

Dopo il “taglio”, i parlamentari sperano nei contrappesi dei nuovi collegi e nella nuova legge elettorale

I pareri di Chiara Gribaudo (Pd), Flavio Gastaldi (Lega) e Marco Perosino (Forza Italia). Tra le righe emergono le perplessità nei riguardi di un provvedimento votato obtorto collo. Nessuno ha però avuto la forza di opporsi ad una decisione che non potrà non penalizzare la rappresentanza del Cuneese e del Sud Piemonte

Dopo il “taglio”, i parlamentari sperano nei contrappesi dei nuovi collegi e nella nuova legge elettorale

Chiedere a deputati e senatori di pronunciarsi sul “taglio dei parlamentari” è come parlare di corda in casa dell’impiccato.

Ma, mettendoci la faccia di tolla, di rigore in queste situazioni, ne abbiamo interpellati tre, espressione di forze politiche diverse (di maggioranza e di opposizione), per sentire dalla loro voce cosa ne pensano di un provvedimento che, specie in una realtà di confine e periferica qual è la provincia Granda, rischia di avere sul loro territorio.

Chiara Gribaudo, deputata Pd è espressione di un partito che oggi siede al governo e che, proprio per questa ragione, ha dovuto trangugiare il boccone così come richiesto dagli alleati 5 Stelle.

“Il Pd – spiega - ha votato sì perchè il taglio del parlamentari era un punto programmatico di questo governo e perchè da oltre vent'anni il centrosinistra, nelle sue proposte di riforma, vuole ridurre il numero dei parlamentari, anche se abbiamo sempre chiesto riforme più organiche ed equilibrate. Per questo, non nego, di avere forti preoccupazioni sulla rappresentanza delle aree interne, ma l'accordo raggiunto fra i gruppi – aggiunge la deputata borgarina - è di ridiscutere da subito la legge elettorale e i regolamenti parlamentari. Si dovrà ora affrontare inevitabilmente il tema della rappresentanza delle zone meno densamente popolate”.

Se la Gribaudo è prudentissima, parte invece all’attacco degli organi d’informazione Flavio Gastaldi, deputato emergente della Lega e sindaco di Genola: “Parliamoci chiaro. Fino a due giorni fa c'era un gaudio comune nel vedere sforbiciate le cosiddette “poltrone”. Oggi, invece, i giornali sono pieni di analisi sul rischio di non rappresentanza delle aree interne a discapito delle aree urbane. Ma proviamo a ribaltare la situazione. Immaginiamo che io avessi dato ascolto ai fenomeni del giorno dopo (che fino a ieri in larga parte pontificavano contro la “casta") e avessi votato in dissenso contro la riduzione giustificandolo con le tesi di cui dicevo prima. Vi immaginate i titoli dei giornali locali, vero?

Il vero problema, dal disastro del riordino delle Province, alla sforbiciata dei trasferimenti per i piccoli Comuni degli anni scorsi – annota -, è stato il piegarsi della classe politica ai deliri pentastellati, salvo poi pentirsene amaramente”.

Dopo aver tentato di rilanciare la palla nel campo dell’informazione, il giovane parlamentare, proconsole di Riccardo Molinari nel Sud Piemonte, prova ad entrare nel merito della questione.

“Una riduzione – afferma - ci andava, ed è per questo che l'abbiamo votata, ma tutto è ancora vincolato al riordino dei collegi ed eventualmente della legge elettorale. Per le aree interne – suggerisce Gastaldi -, potrebbe bastare inserire un correttivo sull'estensione territoriale oltre al numero di abitanti”.

E poi la stoccata finale, distribuita equamente, a “grillini” e “renziani”.

“I più preoccupati di tutti – sostiene - dovrebbero essere i trasformisti renziani e i pentastellati. Sono all'incirca un terzo del Parlamento e saranno vittime del taglio da loro stesso voluto: una sforbiciata – sentenzia Gastaldi - li seppellirà”.

Disincantato e sarcastico il senatore forzista Marco Perosino, sindaco di Priocca d’Alba: “Forza Italia aveva già votato sì nel precedente passaggio. Dopo la riduzione a 200 senatori – ironizza Perosino - si potrà proporre l’ulteriore riduzione a 100! È un pedaggio alla demagogia grillina che sta scassando il sistema sotto tanti aspetti. Gli effetti – conclude il senatore forzista - si vedranno nel medio periodo, ma in questo momento l’opinione pubblica vuole questo a causa di tutti i cattivi esempi prodotti in anni e anni”.

L’unica voce di manifesto dissenso, levatasi al riguardo, è stata quella di Guido Crosetto (Fratelli d’Italia), se non fosse che oggi l’ex sindaco di Marene, già sottosegretario alla Difesa, non siede più a Montecitorio.

Insomma, nessuno è contento però nessuno ha avuto la forza, il coraggio o semplicemente l’interesse a smarcarsi.


GpT

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