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Al Direttore | 15 ottobre 2019, 09:03

"Taglio dei parlamentari? Solo se si punta a realizzare il presidenzialismo, la riforma del Senato, la ricostituzione delle Provincie"

Riceviamo e pubblichiamo

"Taglio dei parlamentari? Solo se si punta a realizzare il presidenzialismo, la riforma del Senato, la ricostituzione delle Provincie"

Gentile Direttore,

il taglio dei parlamentari viene sbandierato come un grande successo nei confronti della “casta” politica.

Premesso che sarebbe interessante analizzare come questa casta sia nata e si sia imposta nell’attuale Repubblica parlamentare (ossia dominata dai partiti), questa riforma può avere un senso innovativo se conduce ad un sistema presidenziale (un potere unitario e decisionale come hanno gran parte delle nazione moderne), se si pone la soluzione della rappresentanza territoriale (dando la facoltà di scelta ai cittadini), se modifica le competenze del Senato (attualmente un doppione della Camera), e se ricostituisce le Provincie (occorre ricalarsi sul territorio e riavvicinarsi alle esigenze delle comunità locali).

Tutti obiettivi che la destra politica propone e sostiene da anni.

Gli italiani sono coscienti che il sistema democratico ha dei costi, ma quello che non accettano sono gli sprechi e le inefficienze marcate.

Il Capo dello Stato deve essere direttamente eletto dal popolo, si pone al di sopra delle parti, è elemento di equilibrio nell’azione degli altri poteri ed è riconoscibile nel processo di formazione delle decisioni; deve avere la facoltà di intervenire nelle competenze dei singoli Ministeri e avere il potere di revocare i Ministri. Le funzioni delle due Camere vanno specializzate secondo una precisa differenziazione, attribuendo alla Camera funzioni legislative in campo eminentemente politico e al Senato in campo socio-economico.

Al Senato va quindi dato spazio all’inserimento delle categorie del mondo del lavoro e della produzione.

Questo principio della rappresentanza delle categorie, tratto dalle esperienze del corporativismo, è stato recepito dalla nostra Costituzione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro: è un organismo qualificato e competente ( e costoso), ma non viene utilizzato o assorbito nel Senato.

L’attuale disciplina delle Regioni comporta insufficienza di interventi nei confronti dei Comuni e inutilizzazione o soffocamento di quel che resta delle Provincie a seguito della legge Delrio del 2015. L’Ente Provincia, potenziato nelle strutture e nei mezzi, va ricostituito per ridare una imprescindibile rappresentanza politica al territorio, che oggi la superficiale riduzione dei parlamentari pregiudica, nonché nel quadro delle autonomie funzioni di programmazione socio-economica, di pianificazione e di gestione di servizi di interessi intercomunali.

Grazie,

Paolo Chiarenza, ex consigliere provinciale

Guido Giordana, consigliere comunale di Valdieri

Fabio Mottinelli, consigliere comunale di Ceva

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