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Economia | 22 ottobre 2019, 12:26

Alla Mahle insistenti le voci di chiusura degli stabilimenti, si teme per il futuro di 450 lavoratori di Saluzzo e La Loggia

Domani sciopero di otto ore. E' previsto alle 10,30 un incontro alla Amma di Torino, la sezione di Confindustria che segue aziende meccaniche e meccatroniche. Qui si terrà un presidio con i lavoratori. La situazione è calda, ma si procede con prudenza

Alla Mahle insistenti le voci di chiusura degli stabilimenti, si teme per il futuro di 450 lavoratori di Saluzzo e La Loggia

Alla Mahle di Saluzzo e La Loggia c’è da fare i conti con la realtà. La voce di chiusura degli stabilimenti si sta facendo insistente in queste ore, ma sarà necessario che le parti si incontrino per chiarire quali sono le reali volontà dell’azienda. La situazione è calda, ma si procede con prudenza.

"La forte preoccupazione è che domani l'azienda ci comunichi questa voce che noi prevedevamo già da anni" - spiega Davide Mollo segretario generale Fiom Cuneo - "La chiusura di tutti e due gli stabilimenti, o un'eventuale ridimensionamento è una chiara politica industriale dell'azienda. Noi ci contrapponiamo a questa visione."

Domani è previsto alle 10,30 un incontro alla Amma di Torino, la sezione di Confindustria che segue aziende meccaniche e meccatroniche. Qui si terrà un presidio con i lavoratori. Saranno presenti al tavolo oltre le parti sociali anche i vertici tedeschi dell'azienda. Sempre per domani sono state proclamate 8 ore di sciopero sui tre turni.

Il colosso tedesco specializzato nella produzione di componentistica per automobili conta circa 450 addetti tra Saluzzo e La Loggia. Nell’area saluzzese l’azienda è legata alla storica Mondial Piston che ha dato lavoro a molte famiglie da decenni e ha il suo core business nella produzione di pistoni.

In passato i sindacati avevano spronato l’azienda a diversificare gli investimenti su questi due stabilimenti: il pistone “tipo diesel” è un prodotto che da anni ha sempre meno mercato rispetto a pistoni “benzina”, “diesel truck” (per mezzi pesanti) o “elettrico” (mercato in esponenziale crescita).

Negli incontri del 2018 Mahle aveva garantito che avrebbe continuato ad operare in Italia. Sulla questione era stata attenzionata la Regione e ed era stata presentata un’interrogazione all’allora ministro alla Sviluppo Economico Luigi Di Maio da parte dei senatori Bergesio, Casolati, Ferrero, Montani e Pianasso.

Una situazione non rosea che negli ultimi giorni è giunta alle orecchie dei lavoratori che in questi giorni sono stati chiamati in assemblea. Si attendono voci ufficiali sulla volontà di chiudere. La speranza dei sindacati è che si valuti, invece, una riconversione a un tipo di pistone a miglior mercato e nel frattempo procedere con gli ammortizzatori sociali.

I dettagli su quelle che sono le volontà dell’azienda verranno fornite al termine dell’incontro di domani mattina all’Amma. E nel caso se verrà aperta la fase di trattativa tra le parti e i tavoli istituzionali da attivare.

Intanto il segretario generale della Fim Cisl Piemonte Claudio Chiarle ha diramato una nota sulle situazioni di crisi nell'automotive piemontese da presentare al premier Conte in visita oggi a Torino. Tra le situazioni a rischio evidenzia anche i 450 lavoratori della Mahle di La Loggia e Saluzzo. 

"Considerando un rapporto 1 a 3 sull’indotto abbiamo circa 20/25mila posti di lavoro a rischio" - scrive Chiarle - "L’impatto soprattutto sull’automotive è forte, ed è dato anche dal rallentamento delle economie francesi e tedesche per cui l’export automotive rallenta."

Daniele Caponnetto

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