È finita l’epoca di Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea per otto anni, dal 2011 al 2019. L’incarico andrà a Christine Lagarde, ex Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, dal 2011 e in precedenza Ministro dell’economia sotto il Governo Sarkozy.
Si è trattata di una nomina fortemente voluta dal Presidente francese Macron e altrettanto fortemente osteggiata dai parlamentari tedeschi di centro destra. Chi invece ha appoggiato la nomina è stata Ursula von der Leyen, Presidentessa della Commissione Europea.
Una nomina con qualche riserva
Non sono state poche le voci che hanno mostrato il proprio disappunto per la nomina della Lagarde: mettere a capo della Banca Centrale Europea un’ex-Direttrice del Fondo Monetario Internazionale potrebbe essere una scelta rischiosa che mostrerà solo in futuro le sue motivazioni.
Sta di fatto che la Lagarde non vanta conoscenze particolari in materia di economia, essendosi formata per lo più sul campo politico, come stagista di William Cohen, Segretario alla Difesa sotto la presidenza di Clinton, e in campo legale, presso il prestigioso studio legale Baker&McKenzie, del quale nel 1999 era presidente del consiglio di amministrazione.
Riconosciuta a partire dal 200 come una delle cento donne più influenti e potenti al mondo, la Lagarde è stata voluta da Sarkozy al Ministero dell’Economia durante i difficili anni della crisi del 2008: la Lagarde fu poi indagata per abuso d’ufficio in seguito allo scandalo dell’affaire Tapie, nell’Agosto del 2011.
L’accusa non si è risolta in alcuna condanna di reclusione o di indennizzo (in ballo vi erano fino a 12 mesi e 15.000 euro da scontare), e la Lagarde ha continuato a ricoprire il suo incarico presso l’FMI.
Tra le motivazioni alla base della diffidenza verso la nuova Presidentessa della BCE vi sono anche affermazioni che tradiscono una maggior propensione alla politica piuttosto che alla gestione finanziaria di una realtà complessa come quella Europe.
Affermazioni come: «Se ci fossero state le Lehman Sisters invece che i Lehman Brothers, le cose sarebbero andate diversamente», hanno di fatto accentuato le critiche rivolte alla Lagarde da parte degli esperti di finanza.
La situazione finanziaria europea
La situazione che la Lagarde si troverà a fronteggiare come Presidentessa della Banca Europea è di fatto altamente complessa: si tratterà di combattere su tre fronti principali e allo stesso momento tenersi pronti alla possibilità che con il nuovo anno nuove problematiche potrebbero insorgere. Si tratta di info tratte da BrokerForex.it, sito di riferimento in Italia per tutto quel che riguarda avvenimenti e investimenti finanziari.
Da un lato si dovrà affrontare la problematica della Brexit: fortunatamente per l’Europa, la scadenza per la presentazione di un accordo è stata rimandata al 31 dicembre, in modo da dare tempo al Parlamento inglese di fronteggiare adeguatamente la baraonda scatenata dal nuovo Primo Ministro, Boris Johnson.
Un altro fronte prevede di reagire adeguatamente all’impellente rischio di recessione, una prospettiva che non può più essere ignorata e che le scadenze fiscali di fine anno potrebbero mettere in luce in tutta la sua gravità. I mercati non stanno reagendo positivamente e il potere della moneta sta subendo cali allarmanti.
Infine, cosa non da sottovalutare, c’è la guerra ai dazi con Washington, che ultimamente ha deciso di imporre 7,5 miliardi di imposte sulle merci provenienti da Germania, Gran Bretagna, Spagna e Francia, ovvero alcuni tra i maggiori paesi dell’Unione.
La reazione dei mercati
La nuova nomina al momento non ha portato effetti particolarmente sensibili sui principali mercati europei che, fondamentalmente, restano in attesa dei primi provvedimenti e dei primi comunicati che la Lagarde farà una volta occupata la poltrona, ai primi di Novembre.
Nel frattempo si può sfruttare questa breve pausa per affinare le proprie tecniche e le proprie conoscenze, per farsi trovare pronti una volta che i mercati inizieranno nuovamente a reagire.