Dopo aver tenuto banco nel consiglio comunale dell’ottobre appena passato, alle 18 di domani (giovedì 7 novembre) in sala Vinaj a Cuneo si terrà la presentazione del progetto di ampliamento dell’impianto di biogestione dei rifiuti organici alla V^ commissione consiliare.
Un’idea che ha già incontrato la reticenza di alcuni dei 54 sindaci del territorio coinvolto (tra cui, specialmente, Germana Avena), degli abitanti di Borgo San Dalmazzo e quelli del quartiere cuneese di San Rocco il cui comitato ha recentemente lanciato una campagna di raccolta firme a sfavore.
Il biodigestore – che nelle intenzioni di ACSR e del Comune di Cuneo dovrà funzionare in modo anaerobico con forte riduzione di emissioni e odori – funzionerà sfruttando una gran quantità di rifiuto umido e sfalci del verde per produrre gas metano ed energia elettrica e termica.
Il costo della realizzazione si aggirerebbe sui 20 milioni di euro.
Se a infastidire maggiormente borgarini e sanrocchesi sono le due possibili opzioni sul luogo in cui il nuovo impianto di biogestione potrebbe sorgere – la storica sede delle discariche di San Nicolao chiuse dal 2009 o l’impianto di depurazione ACDA di via Basse di S.Sebastiano – il problema vero e proprio riguarda il volume di rifiuti che un biodigestore così ampio e complesso dovrebbe gestire: circa 50mila, di molto superiori a quelle che tratta attualmente ACSR, e che si propone di raggiungere facendo arrivare allo stabilimento il rifiuto organico da tutta la Provincia (ovviamente attraverso un sistema di gare).
Il progetto di ampliamento dell’impianto è attualmente visionabile sul sito della Provincia di Cuneo; è inoltre possibile inviare osservazioni in modo libero entro il 15 novembre.