Attualità - 12 novembre 2019, 16:31

In Piemonte il tessuto artigiano resiste ai morsi della crisi: nel terzo trimestre +0,13%

Nella nostra regione il peso specifico di questo tipo di imprese è pari al 27% del totale. Bene soprattutto Torino, ma anche Vercelli, Asti e Cuneo

Foto generica

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La crisi continua a esserci, ma il territorio piemontese sembra rispondere con tenacia. Lo dicono gli ultimi dati di Unioncamere Piemonte sul settore artigiano, che al termine del terzo trimestre dell'anno registra una crescita - seppur lieve - delle aziende attive. Un +0,13% che per una volta fa meglio del dato nazionale (+0,11%) e soprattutto in controtendenza rispetto a un anno fa, quando il calo fu dello 0,12%. 

L’artigianato rappresenta una realtà estremamente importante e dinamica nel nostro Paese: conta oltre 1,3 milioni di realtà imprenditoriali, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte e soltanto nella nostra regione il suo peso sul totale delle imprese si attesta al 27%.

Le attività artigiane della nostra regione stanno facendo il possibile per resistere, ma devono combattere ogni giorno contro le difficoltà per l’accesso al credito, la burocrazia e le imposizioni fiscali. Il tessuto artigiano piemontese è composto da realtà tipicamente di piccole dimensioni e poco strutturate, e hanno quindi più bisogno di servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, reti d’impresa, internazionalizzazione, sburocratizzazione e innovazione sono gli strumenti su cui dobbiamo puntare per dare fiducia alle imprese artigiane e permettere loro di crescere e competere” dichiara Vincenzo Ilotte, presidente Unioncamere Piemonte.

Scorrendo le cifre, nel periodo luglio-settembre 2019, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 1.689 imprese artigiane. Al netto delle 1.536 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare positivo per 153 unità, dinamica che porta a 116.071 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine settembre 2019 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce dunque in un tasso di crescita debolmente positivo pari al +0,13. Nel periodo in esame l’andamento a livello settoriale è risultato particolarmente eterogeneo. Alla performance positiva degli altri servizi (+0,45%), del commercio (+0,41%) e delle costruzioni (+0,09%), si contrappone la flessione evidenziata dalle artigiane nell’industria in senso stretto (-0,15%), nell’agricoltura (-0,65%) e nel turismo (-0,87%).

E la crescita, seppur limitata, traccia un filo rosso tra quasi tutte le province piemontesi, visto che un dato di crescita si riscontra a Torino (miglior performance con un +0,30%), seguito da Vercelli, +0,18%. Con un incremento superiore alla media regionale si colloca anche Asti (+0,16%). La crescita di Cuneo risulta un po’ più debole (+0,09%) e quella di Novara nulla (+0,0%). Ancora in negativo, invece, i dati di Verbania (-0,21%) e Biella (-0,28%).

redazione torinoggi

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