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Al Direttore | 12 novembre 2019, 12:13

"Per la Provincia oggi piangono tanti coccodrilli"

Riceviamo e pubblichiamo

Foto generica

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Egregio Direttore,

leggo su “Controcorrente” l’appropriato commento sui criteri di assegnazione alla Provincia di Cuneo dei contributi statali per la manutenzione delle strade e dei fabbricati scolastici. Per la questione della Provincia – ben più ampia e rilevante non solo per i contributi – sono tanti oggi i coccodrilli, politici e opinionisti, che piangono, ma dovrebbero impegnarsi per invertire la situazione.

In tutti gli anni ‘90 sono stato eletto consigliere provinciale di Cuneo e non c’è stata discussione annuale di Bilancio in cui non abbia denunciato non solo l’errato criterio di contribuzione alle Province ( basato solo sulla popolazione anziché anche sulla estensione territoriale e il chilometraggio delle strade), ma pure il ridotto ruolo dell’ente Provincia e della sua autonomia, rispetto alla Regione centralizzata, burocratica e “torinocentrica”.

Ho altresì contestato che venivano istituite nuove Province per motivi chiaramente clientelari e partitocratici. Senza alcun riscontro, probabilmente perché ero il rappresentante del M.S.I. e poi di A.N..

Comunque, la non avvertenza di questo problema era generalizzata fra i parlamentari nostrani. Non parliamo fra i giornalisti: uniche eccezioni isolate e inascoltate Giampaolo Garassino, Gianfranco Collidà, Claudio Puppione e lo storico Aldo A. Mola.

In epoca recente, quando si è trattato di affrontare durante il governo Renzi la riforma Delrio, che non solo castrava il ruolo della Provincia, ma ne tagliava il rapporto con il territorio e la comunità togliendo la possibilità al popolo di eleggere direttamente i propri rappresentanti in ogni area provinciale (e qui con la “lista unica bloccata” il fascismo non c’entra).

Vi è stata una rincorsa di incompetenza, di imprevidenza e di conformismo. Uniche eccezioni locali sono state la Destra e la Lega, oltre all’ammonizione dell’ex presidente della Provincia Quaglia. Teniamo conto che anche Forza Italia e la Confindustria, nell’ambito della riforma federalista impostata solo su Regioni e Comuni, hanno sostenuto la tesi dell’abolizione delle Province.

A Cuneo nel 2014, in un consiglio provinciale aperto, il presidente della Provincia Borgna affermava candidamente: “La nostra preoccupazione non è tanto per la difesa dell’Ente Provincia in quanto tale, perché siamo convinti della necessità di riforme, ma noi esponiamo al governo la nostra preoccupazione per i servizi da effettuare e per il futuro di coloro che lavorano. Se è previsto un percorso di trasformazione e di razionalizzazione noi siamo disponibili”.

L’on. Taricco, il portavoce di Renzi nel cuneese sentenziava: “Il percorso è chiaro: ognuno la può pensare come vuole, ma la legge di riforma costituzionale prevede l’annullamento delle Province. Questo è solo un momento di transizione nel quale le funzioni saranno affidate a Regione e Comuni”.

Da sinistra un solo lampo, quello del vicepresidente “uscente” Riu che ironicamente commenta: "La legge Delrio si è preoccupata di non riconoscere neanche più ai rappresentanti della Provincia di cingere la fascia di rito”.

E’ oggi necessario riscattarsi e rilanciare l’Ente Provincia, una forma di organizzazione decentrata del territorio che appartiene alla storia del nostro Paese. Nel sistema delle autonomie la Provincia argina i rischi del centralismo regionale, che rivela una insensibilità politica, una non conoscenza o lontananza dai problemi della periferia che scontano soprattutto i piccoli Comuni. Inoltre, la Provincia favorisce la collaborazione tra aree geografiche che non appartengono alla medesima Regione.

E poi i risparmi sulla spesa globale sono modesti, tali da non valere lo scopo di contenere il costo della politica, come già sosteneva, numeri alla mano, l’ex ministro dell’Economia Tremonti. Piuttosto riaccorpiamo le Province di più recente costituzione, rimborsiamo solo le spese ai consiglieri, non ripristiniamo più le figure retribuite di presidente e vicepresidente del Consiglio provinciale, le cui funzioni un tempo erano bellamente svolte dal presidente della Giunta provinciale.

Grazie,

Paolo Chiarenza - Busca Coordinamento regionale Fratelli d’Italia

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