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Attualità | 13 novembre 2019, 16:00

Sui campi albesi si continua a discutere dello sport dei piccoli: "Basta con gli attacchi all’Accademia Calcio"

I vertici della giovane società difendono una realtà oggi profondamente diversa rispetto al progetto delle origini e che si distingue per un approccio di qualità alla pratica sportiva

Giovani promesse e allenatori dell'Accademia schierati sul campo del Coppino

Giovani promesse e allenatori dell'Accademia schierati sul campo del Coppino

"Basta confusione sul nome dell’Accademia Calcio". E’ l’appello che arriva dai vertici dell’associazione sportiva nata nel 2013 sull’onda dell’iniziativa con la quale l’allora Amministrazione Marello (assessore allo Sport era Olindo Cervella) si propose di intervenire per risolvere le numerose problematiche che in quegli anni interessavano il variegato universo del calcio giovanile cittadino.
Un progetto dal quale, dopo una serie di defezioni e correzioni in corsa, ha preso forma "una realtà che ormai ha assunto una propria precisa identità, non meno meritevole di attenzione anche in ragione delle specifiche modalità con cui da anni propone alle famiglie un serio modello alternativo con cui avvicinare al calcio i propri figli".

Ad oltre un lustro dalla sua fondazione, a voler fare chiarezza su cosa l’Accademia davvero rappresenti oggi nel panorama calcistico cittadino sono Alberto Tibaldi e Stefano Prunotto, rispettivamente presidente e consigliere del sodalizio recentemente chiamato in causa – suo malgrado – nell’ultima delle tante polemiche che da tempo agitano la galassia del calcio giovanile cittadino (QUI LINK).

"Di quel progetto – spiegano Tibaldi e Prunotto – l’Accademia ha conservato poco più del nome". L’idea delle origini era quella di unire le forze delle diverse società allora attive in città a livello giovanile, ottimizzando i costi di gestione di impianti e strutture, e creando un vivaio che, accortamente gestito, avrebbe rappresentato un utile serbatoio di talenti per l’Albese Calcio, che a livello di prima squadra ancora rappresentava la massima espressione calcistica del territorio.

Quella proposta prese vita con la stagione 2013/14, sulle prime trovando l’adesione di quattro attori: Albese Calcio, Koala, Gsr Ferrero ed Europa. Ma quest’ultima si sfilò dopo appena un’anno di convivenza, dando successivamente vita all’odierna Area Calcio.
Nel 2018/19 anche l’Albese è tornata a dare vita a proprie squadre giovanili. Altre società, nella pratica tutte quelle legate agli oratori parrocchiali, declinarono da subito l’invito a rinunciare a parte della propria identità in favore di un progetto più grande e importante, cosicché rispetto ai 500-600 iscritti attesi non si andò mai oltre i 450 tesserati.

"Di quell'idea sono rimasti il nome e i principi ispiratori, ma dietro a queste insegne ormai da anni opera una realtà che raccoglie circa 150 bambini e ragazzi, seguiti quotidianamente da una dozzina di allenatori con formazione Isef – rimarcano i due dirigenti –. Proponiamo un modello di pratica sportiva che considera ugualmente importanti la qualità dell'apprendimento e il coinvolgimento del ragazzo nel gruppo, cercando di posticipare la selezione al biennio della categoria Esordienti (11-12 anni). Una scelta per la quale, in questi anni, abbiamo pagato un pesante dazio in termini di abbandono dei più 'competitivi', ma che ci ha consentito di dare un contributo determinante nell'allestimento delle squadre regionali gestite da Area Calcio, società con la quale collaboriamo dal 2017".

"Per il rilancio del calcio giovanile albese – continuano – riteniamo fondamentale, la collaborazione tra le diverse realtà in modo da riuscire a offrire, nel settore agonistico, un livello più impegnativo come il campionato regionale e un livello parimenti degno e stimolante come il campionato provinciale; per questa ragione abbiamo sempre cercato di proporre e realizzare forme di collaborazione che, partendo  dai valori fondanti del progetto originario, siano in grado di offrire a quanti più ragazzi possibile un contesto sportivo adeguato alle capacità e alle motivazioni del singolo. A 15 anni vi sono ragazzi che ambiscono a fare un campionato regionale e sperano di arrivare a giocare in categorie di alto livello, e ragazzi che vogliono avere un impegno meno gravoso, ma ugualmente serio, che permetta loro di conciliare lo sport con lo studio ed eventuali altre attività".

Oggi l’Accademia ha proprie squadre nei Primi Calci, Pulcini ed Esordienti, ma con l’ultima stagione ha iscritto ai campionati Figc anche formazioni di Giovanissimi e Allievi: "Ragazzi che non trovavano spazio altrove e che in noi hanno trovato la possibilità di continuare a giocare a pallone".

"In questi anni abbiamo lavorato per offrire un serio punto di riferimento per tante famiglie di Alba e non solo – concludono Tibaldi e Prunotto –, che però si trovano disorientate quando sulle pagine dei giornali l’Accademia viene tirata per la giacchetta per regolare qualche conto della politica sportiva cittadina. Chiediamo rispetto e considerazione per il buon nome di un’associazione che rappresenta un patrimonio dell’intera città"

Ezio Massucco

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