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Bra e Roero | 14 novembre 2019, 11:30

L’omaggio a Liliana Segre dell’artista braidese Giovanni Botta (FOTO GALLERY)

L’esperienza della senatrice, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, ha ispirato un’opera maestosa che attende solo di essere consegnata

L’omaggio a Liliana Segre dell’artista braidese Giovanni Botta (FOTO GALLERY)

Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.

A parlare è una bambina di 89 primavere, quella che all’età di 13 anni è stata deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e continua a chiedersi il perché. La risposta tanto difficile da accettare quanto assurda da spiegare: la colpa di essere ebrea.

Oggi Liliana Segre è senatrice a vita e viaggia con la scorta, perché i tempi cambiano, ma i sentimenti di odio ed intolleranza restano.

Un omaggio di solidarietà alla donna diventata uno dei maggiori punti di riferimento istituzionali nel Paese, dopo gli insulti e le minacce antisemite ricevute dal web, arriva anche da Bra.

La creazione è un ritratto carico di espressività, originato da pannelli di legno allineati su una scala, trattati con impregnante e poi decorati con biro e acrilico bianco; l’artefice è Giovanni Botta, artista di poliedrica energia, che disegna fin da quando era un bambino.

Si tratta di un’opera che è frutto di un lavoro lungo, ma ci tenevo che venisse bene. Ho voluto dedicargliela per molti motivi. Primo, perché è una figura che stimo moltissimo; secondo, perché le persone come lei bisogna ringraziarle per tutto quello che fanno contro il razzismo e l’intolleranza”.

Nei giorni in cui si sono moltiplicate le richieste per incontrare la senatrice, Giovanni esprime un desiderio: “ Dopo che l’anno scorso ho dedicato una mostra intera a Madre Teresa di Calcutta, ora il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di incontrare la senatrice Segre a Bra, per una mia futura mostra totalmente dedicata a lei, magari inserita in una giornata che la possa vedere in mezzo ai giovani delle scuole a testimoniare e far vivere ciò che ha vissuto. Per me sarebbe un onore ed una grande soddisfazione emotiva e spirituale”.

Beh, il messaggio è lanciato…

Silvia Gullino

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