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Attualità | 15 novembre 2019, 09:45

Appello da Uncem: "Per gli abbruciamenti in bosco le forze dell'ordine ci pensino prima di fare le multe"

Riceviamo e pubblichiamo

Un castagneto (foto generica)

Un castagneto (foto generica)

"Uncem aveva chiesto già a inizio anno e poi nei mesi scorsi alla Regione - nella legislatura in corso sia in quella precedente - di intervenire con una norma per modificare la legge vigente che vieta gli abbruciamenti di residui vegetali, in bosco come nelle risaie, da inizio novembre a fine marzo.

Uncem ha chiesto di applicare immediatamente una proroga per i Comuni montani, rendendo possibile di bruciare i residui vegetali almeno sino a fine dicembre. Anche perché non vi sono altre soluzioni, in particolare per i castanicoltori: o si bruciano ricci e foglie prima dell'arrivo della neve - è impossibile e assurdo interrarli o trinciarli, come qualcuno ha sostenuto - altrimenti questi rimarranno a terra sino a primavera avanzata, pronti per essere portati a valle con negative conseguenze per ecosistemi, biodiversità, integrità dei versanti e tutela del territorio.

Positiva è la proposta di legge del consigliere regionale, Paolo Bongioanni, che ha raccolto le istanze di Uncem e propone di spostare il divieto di abbruciamenti di un mese e mezzo, limitandolo dal 15 dicembre a fine marzo. Oggi, senza una modifica normativa, non essendoci altra soluzione, ci sono castanicoltori che negli ultimi giorni hanno dovuto, unica opportunità, bruciare un po' di ricci e un po' di fogliame in bosco.

Fuoco controllato e circoscritto ad aree limitate, qualche decina di centimetri quadrati di superficie. Piccole iniziative che però hanno spinto uomini delle forze dell'ordine a intervenire e a multare i castanicoltori. E il rischio per loro è anche penale.

Uncem si appella al Consiglio regionale per una modifica normativa, ma anche alle forze dell'ordine. In vista di una molto probabile imminente modifica della legge regionale in materia di abbruciamenti, ci pensino dieci volte prima di dare multe. Quei quattrocento o cinquecento euro sottratti ai castanicoltori, agli agricoltori, a chi vive e lavora in montagna, fanno male alla montagna stessa. Impoveriscono chi ogni giorno lavora nell'interesse collettivo per proteggere i versanti e valorizzarli, custodendo castagneti millenari, ad esempio. Brucia le foglie e i ricci non perché non sa come impiegare il tempo o per sfidare la legge, bensì perché è l'unica e sola soluzione a vantaggio del territorio stesso.

Alla multa, si potrebbe sostituire l'acquisto o la promozione di quei prodotti fatti in montagna e l'impegno, insieme con Uncem, a dire che la norma sugli abbruciamenti va cambiata, che il Codice forestale va attuato, che la legge nazionale sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici è strategica per la montagna. Quella multa fa male alla montagna e a tutto il Piemonte. Come riconosceremo normative differenziate alla montagna, come diremo che la città deve dare ai territori rurali un valore, una remunerazione, per il presidio umano, delle imprese, delle comunità - sono le grandi sfide del Paese e del Piemonte". 

Uncem Piemonte

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