Come le micro imprese rappresentano l’ossatura dell’economia italiana, le Pro loco, soprattutto le più piccole, sono le colonne portanti delle comunità presenti nel nostro Paese. Con i loro volontari curano, nel minimo dettaglio, tante iniziative e feste patronali sul territorio. Tempo libero sacrificato anche alla famiglia per regalare agli altri dei momenti gioiosi, che costituiscono un servizio di straordinaria valenza sociale.
E, poi, alcune volte, al termine delle manifestazioni, i denari incassati non bastano a coprire i costi organizzativi e quegli stessi volontari devono tirar fuori dalle loro tasche i soldi per pagare le spese. E, allora, il tanto lavoro portato avanti diventa quasi una beffa.
Certo c’è chi sostiene che, spesso, molte Pro loco si occupano solo di abbuffate mangerecce. E’ vero, anche se nei cartelloni di programmazione non mancano gli appuntamenti sportivi, musicali e culturali. In ogni caso una comunità “viva” non si crea quando ognuno rimane chiuso in casa, ma attraverso l’incontro, lo stare insieme e il condividere in allegria e serenità pure un pranzo o una cena. Raccontando le proprie storie e ascoltando quanti stanno seduti accanto così da conoscere persone nuove o saldare, ancora di più, le vecchie amicizie.
In Piemonte il 95% delle Pro loco è associato all’Unpli presieduta da Giuliano Degiovanni: in totale 1050 quelle attive tra piccole e grandi. In provincia di Cuneo sono 240. Un mondo grande e appassionato che, negli ultimi anni, ha sofferto parecchio per reperire le risorse. Soprattutto quelle concesse dagli Enti pubblici.
Ad esempio la Regione nel 2017 aveva erogato, attraverso uno specifico Bando, 700 mila euro, nel 2018, nulla, e nel 2019, 350 mila euro. Poi, oltre ai pochi contribuiti, i paletti per partecipare alla loro assegnazione erano piuttosto restrittivi e appena la metà delle Pro loco aveva poteva prendere parte alle gare.
Ora però, la Giunta del presidente Cirio sembrerebbe aver imboccato un’altra strada. Promettendo un nuovo Bando da 600 mila euro da aggiungere ai 350 mila già stanziati dalla precedente Amministrazione Chiamparino. Con una revisione dei criteri, rendendoli meno stringenti rispetto al passato. In modo da consentire al maggior numero possibile di organismi di presentare la richiesta di finanziamento.
Se accadrà è davvero una bella notizia e una boccata di ossigeno per quanti allestiscono le iniziative.
Dice Degiovanni: “I contribuiti costituiscono un concreto investimento sul territorio capace di produrre un valore aggiunto importante. Di queste risorse hanno bisogno soprattutto le piccole o minuscole Pro loco, presenti in quelle realtà dove se morissero morirebbe anche il Comune”.
Non si può che essere d’accordo. Le Pro loco, infatti, offrono cibo per il corpo, ma anche nuovi entusiasmi per la mente. E tengono unite le comunità.